Sant’Antimo. Una bomba fatta esplodere vicino la saracinesca di una nuova palazzina non ancora del tutto ultimata ed un’altra ritrovata a poca distanza, inesplosa e fatta brillare poi qualche ora dopo gli Artificieri dell’Arma.

Quel secondo ordigno potrebbe essere stato una trappola, pronto ad esplodere ed a colpire qualcuno sceso in strada per capire quanto accaduto dopo la prima esplosione. E’ una della ipotesi – riportata da Il Matino – sull’attentato “a metà” avvenuto l’altra notte in via Dante Alighieri a Sant’Antimo. L’uso di due ordigni sarebbe ritenuto anomalo da parte degli inquirenti. Ora c’è da capire il destinatario del messaggio esplosivo.

Nel vicino palazzo abitano un familiare del vicesindaco Antimo Pedata (con delega a Beni Confiscati ed Affari Generali del Comune), la moglie di un consigliere comunale ed il cognato di un collaboratore di giustizia. Nessuno di quindi avrebbe rivelato di aver subito minacce. Sul caso indagano i carabinieri della Compagnia di Giugliano

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