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Avevano scavato un tunnel che dalla condotta fognaria arrivava al pavimento della gioielleria. Poi, quando scelto di entrare in azione, hanno fatto saltare il suolo con ordigno per fare irruzione all’interno dell’attività commerciale. Per ora sono due le persone fermate. Entrambe di Giugliano, accusate di rapina pluriaggravata in concorso. Ma del commando facevano parte almeno altri due componenti, oltre a un “palo”, tutti in via identificazione.

Aversa, tunnel scavato dalle fogne: colpo da 300mila euro per la banda giuglianese

E’ il 20 luglio 2022. In piena canicola estiva, quattro malviventi armati di due pistole e completamente mascherati da tute e guanti sbucano dal pavimento della gioielleria Marotta di via Roma, ad Aversa. Legano il commerciante e i clienti con delle fascette di plastica e li rinchiudono in bagno. Poi razziano i gioielli dalle vetrine e dalla cassaforte, compreso il Rolex prelevato dal braccio di uno dei presenti. Infine scappano, dileguandosi all’interno dello stesso buco da cui sono entrati. Un bottino 300mila euro. Ma nonostante la rapidità di esecuzione e la professionalità dimostrata, il commando lascia dietro di sé una scia di indizi e tracce compromettenti.

Le indagini

Scattano così subito le indagini, dirette dalla Procura di Napoli Nord. Inquirenti e investigatori accertano che i rapinatori avevano realizzato uno scavo in grado di collegare l’impianto fognario dal zona al pavimento della gioielleria. L’analisi certosina delle immagini estrapolate dall’impianto di videosorveglianza interno alla gioielleria ed un sopralluogo accurato della scena del delitto hanno poi consentito di individuare un’impronta di natura biologica. Si trattava di una traccia di sangue, da cui è stato estrapolato il Dna.

Un elemento decisivo. E’ bastato infatti confrontare il profilo genetico ricostruito grazie a quella traccia con il Banca Dati Nazionale per risalire all’identificazione certa dell’uomo: un 33enne di Giugliano con precedenti penali, Giuseppe Palumbo, classe ’89. Nel frattempo la Polizia giudiziaria, coordinata dalla Procura, ha eseguito una serie di perquisizioni che hanno riguardato anche altri soggetti sospettati di aver preso parte alla rapina, tra i quali un 19enne della stessa Giugliano, Ferdinando Russo, classe 2003.

Il sequestro

Le indagini a tutto campo hanno permesso di trovare diverse munizioni per pistola e fucile, targhe per autovetture contraffatte nonché una gran quantità di materiale utile agli scavi fognari quali torce frontali e utensili di vario genere, oltre a radioline ricetrasmittenti, un jammer per inibire comunicazioni radio e telefoniche. Ma soprattutto elementi inequivocabili come tute e stivali ancora intrisi di fango, ritenuti perfettamente compatibili con quelli utilizzati per la rapina del 20 luglio. Incastrati Palumbo e Russo, e sottoposti a provvedimento di fermo, ora prosegue la caccia degli altri due complici e del palo della banda.

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