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Assolti ma ora “poveri”, smantellato l’impero dei fratelli Ascione

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Giugliano. Assolti dalla corte d’Appello nel processo Tahiti, che li portò in manette nel 2011. Ma più “poveri” perchè privati, a seguito di un procedimento di confisca, di gran parte del loro impero. E’ quanto ha deciso il tribunale di Latina per Giuliano, Michele e Luigi Ascione, i tre fratelli ritenuti dagli investigatori e dagli inquirenti, la “cellula economica” del clan Mallardo nel sud-pontino. Confisca da 49 milioni di euro, un tesoretto che sarebbe stato costruito con proventi illeciti.

Al termine delle indagini, svolte dagli uomini del Gico del Nucleo di Polizia tributaria di Roma, sono stati sottoposti a confisca l’intero patrimonio:

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  • 3 società,
  • due immobiliari e una concessionaria di auto di Napoli,
  • le quote di una quarta società,
  • 104 unità immobiliari sparse nelle province di Latina, Napoli e Cosenza, 15 tra auto e moto,
  • un’imbarcazione
  • 27 rapporti finanziari

Ricordiamo però che i tre fratelli, lo scorso novembre, sono stati assolti dalla Corte d’Apello di Napoli. Erano accusati di intestazione fittizia di beni ed aver riciclato soldi per conto dei Dell’Aquila, fazione all’interno del clan Mallardo facente capo al boss Giuseppe dell’Aquila, detto Peppe ‘o Ciuccio. Michele Ascione e Luigi furono già assolti dalle accuse in primo grado e la Corte di Appello confermò la sentenza. Scagionato per non aver commesso il fatto anche Giuliano Ascione, condannato in precedenza a sei anni, 8 mesi con l’accusa di concorso esterno di associazione camorristica.

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