Dal taglio del cuneo all’aumento dell’importo dell’assegno unico, fino al bonus sociale e alla “Carta Risparmio Spesa”. Sono alcune delle misure contenute nella prima manovra del Governo Meloni, che vale 35 miliardi di euro di cui 21 investiti per il caro-energia.

Assegno unico, aumento del 50%

Tra le novità, c’è l‘assegno unico destinato alle famiglie. A partire dal 1° gennaio 2023 cambiano gli importi, che subiranno un aumento del 50%. Il testo ora dovrà passare al vaglio delle Camere che ovviamente potranno emendarlo. Se le misure adottate dall’Esecutivo saranno confermate, nel 2023 l’assegno unico dovrebbe essere maggiorato del 50% per il primo anno di vita del bambino, e di un ulteriore 50% per le famiglie composte da 3 o più figli.

Gli importi attuali

Al momento l’importo dell’assegno va da un minimo di 50 euro al mese a un massimo di 175 euro per ogni figlio minorenne a carico. Per la fascia tra i 18 e i 21 anni l’importo va invece da un minimo di 25 euro a un massimo di 85 euro euro al mese. Il calcolo viene fatto in base all’ISEE e all’età dei bambini, tranne che per i figli disabili per i quali non vi sono limiti di età.

Sono previste poi delle maggiorazioni: in particolare per ciascun figlio dal terzo in poi l’aiuto viene aumentato di una quota che va da 15 euro, per redditi superiori a 40mila euro, a 85 euro, per redditi fino a 15mila. Poi per le famiglie con 4 o più figli a carico viene erogata anche maggiorazione forfettaria di 100 euro.

Come cambierà l’assegno unico nel 2023

Se la misura dovesse essere approvata, l’assegno minimo potrebbe aumentare di 25 euro (si passerà dunque da 50 euro a 75 euro), mentre quello massimo si attesterà a 262,5 euro, con un aumento di 87,5 euro. Ci sarà poi un’ulteriore maggiorazione del 50% per le famiglie con tre figli o più che avrà una durata di tre anni.

Altre misure per le famiglie

Tra le misure destinate alle famiglie c’è il bonus sociale bollette, destinato alle famiglie più fragili, confermato e rafforzato il meccanismo che consente di ricevere l’indennità, con un innalzamento della soglia Isee da 12.000 euro a 15.000 euro.

Prevista anche la riduzione dell’Iva dal 10 al 5% per i prodotti per l’infanzia e per l’igiene intima femminile. Viene inoltre istituito un fondo di 500 milioni di euro destinato alla realizzazione di una “Carta Risparmio Spesa” per redditi bassi fino a 15mila gestita dai comuni e volta all’acquisto di beni di prima necessità. Si tratta di una sorta di “buoni spesa” da utilizzare presso punti vendita che aderiscono all’iniziativa con un’ulteriore proposta di sconto su alcuni prodotti alimentari. 

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