Era detenuto agli arresti domiciliari con le accuse di concorso in corruzione e turbativa d’asta, aggravate dal metodo mafioso. Antonio Pesce, originario di Melito (difeso dall’avvocato Luigi Poziello del foro di Napoli nord) e sindacalista in pensione del Cardarelli, ha visto revocarsi la misura cautelare degli arresti domiciliari ed è stato sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria dal giudice del tribunale di Napoli dottoressa Anna Imparato.

Appalti truccati, l’ombra della camorra sul Cardarelli: scarcerato il sindacalista Pesce

Gli altri due funzionari coinvolti nelle indagini sono Gennaro Stefanelli e Cosimo Fioretto, entrambi finiti agli arresti domiciliari per un presunto caso di corruzione. Il gip ha rigettato la richiesta di custodia cautelare in carcere, non avendo ravvisato contatti tra i funzionari e la camorra vomerese.

Stefanelli è indiziato come componente dell’ufficio tecnico di una commissione di gara per la concessione quinquennale dei distributori automatici. Fioretto, invece, per il suo ruolo di responsabile unico del procedimento (RUP) nel corso della stessa gara. Secondo gli inquirenti i due avrebbero incassato rispettivamente 5mila e 15mila euro. Il tutto tramite la mediazione di un sindacalista in pensione Antonio Pesce. Così – sempre secondo gli inquirenti – si è garantito il successo di quegli imprenditori ritenuti vicini alla camorra del Vomero.

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