Tredici colpi esplosi da un’unica arma, presumibilmente una pistola mitragliatrice, di cui almeno la metà andati a segno. Raffaele Gallo, 56 anni, è stato ucciso ieri mattina a San Giorgio a Cremano con almeno sei colpi d’arma fuoco.
La vittima, si legge sul Mattino, stava raggiungendo in scooter il vicino circolo gestito dal fratello Sergio. I sicari sono entrati in azione poco prima delle 11, anch’essi in sella a una moto. Non è escluso l’intervento di un complice, che avrebbe svolto il ruolo di “specchiettista” per individuare il bersaglio.
Ieri mattina i killer lo hanno colpito alle spalle: un proiettile lo ha raggiunto poco sopra la nuca. La moto è caduta a terra in corsa, poco distante dal corpo. Poi la fuga degli assassini in direzione di San Sebastiano, sotto gli occhi dei pochi presenti.
Chi era Raffaele Gallo
Gallo viveva con la compagna a San Giorgio dopo essere uscito dal carcere un anno e mezzo fa. Chi lo conosceva bene racconta di un’adolescenza già segnata dal continui problemi con la legge. L’uomo, ritenuto dagli investigatori uno dei bracci armati degli ormai ex clan vesuviani, si sarebbe formato tra le fila dei cutoliani.
Poi sarebbe passato al clan Vollaro e infine sarebbe confluito nel clan Mazzarella, cosca di Napoli Est egemone sui territori di Portici e San Giorgio a Cremano.
In mezzo ben 16 anni di reclusione per associazione a delinquere e altri precedenti per armi e droga.
Grazie alle indagini, si scopre che Raffaele è il fratello Giovanni Gallo, un collaboratore di giustizia che nel 2012 aveva puntato il dito contro il boss Vincenzo Troia e i suoi nipoti Andrea e Giuseppe Attanasio, nell’ambito dell’agguato che l’anno prima portò al duplice omicidio di Luigi Formicola, vero obiettivo del commando, e Vincenzo Liguori, vittima innocente, colpito al cuore da una pallottola vagante all’interno della sua officina di via San Giorgio Vecchio. La versione di Giovanni Gallo, che aveva portato alla condanna dei presunti mandanti in primo e secondo grado, venne tuttavia sconfessata nel 2017 con l’assoluzione degli imputati da parte della IV Sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli.