Un post che suona come un presagio. Il 4 marzo scorso, Ilaria Naldini, l’impiegato del comune di Castelfranco di Sopra, in provincia di Arezzo, che ha dimenticato sua figlia, Tamara, in auto per 6 ore condannandola a morte, aveva condiviso un articolo dal titolo profetico: “Maternità e lavoro, perché le donne non ce la fanno più”. L’articolo parlava della difficoltà di conciliare lo stress da lavoro con l’essere madri.

Eppure Ilaria viene descritta da chi la conosce come una madre “attenta e premurosa” e come “molto affidabile” sul lavoro. La donna, che è segretario comunale di Castelfranco-Piandiscò, è stata sentita nell’immediatezza dei fatti anche dai carabinieri. È stata lei che lavora al comune di Castelfranco di Sopra, all’uscita dal lavoro, dopo le 14, a trovare la piccola che ha 16 mesi, morta nell’auto su cui era stata lasciata. Lo raccontano alcuni abitanti della piazza dove era parcheggiata la Lancia Ypsilon.

“Abbiamo udito un urlo straziante”, dice chi abita sulla piazza e in quel momento era a pranzo a casa. “Nessuno prima si era accorto di niente e la bimba è rimasta nella vettura al sole per ore”. E’ morta asfissiata, Tatiana, quando l’ossigeno nell’abitacolo è finito. L’auto era stata parcheggiata di fronte al Comune. Ilaria Naldini si è accorta di cosa è successo soltanto quando è entrata in auto e si è voltata dietro per fare retromarcia. Davanti ai suoi occhi ha visto la piccola esanime, immobile, adagiata sul sediolino.

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