Fumata nera: il bando di gara per la gestione del mercato ittico è andato deserto per la seconda volta nell’arco di pochi mesi. La gara d’appalto, indetta lo scorso luglio e affidata alla Sua (Stazione Unica Appaltante), prevedeva l’assegnazione degli spazi mercatali e dell’intero complesso immobiliare, per la durata di sette anni, alla ditta che avrebbe presentato l’offerta economica più vantaggiosa. Alla Sua però non è arrivata alcuna offerta entro il termine di scadenza del bando emanato dal Comune e fissato per il 29 agosto. All’Ente, retto da qualche mese dal commissario prefettizio Claudio Vaccaro, non è restato altro da fare che dichiarare la gara deserta.

 

Quello espletato nei giorni scorsi è già il secondo bando di gara, sempre inerente alla gestione dell’importante struttura mercatale di via Pietro Nenni. La prima gara d’appalto era già stata indetta sei mesi fa (con gli stessi termini di aggiudicazione), ma anche in quel caso al Comune non arrivò alcuna offerta. A questo punto, con ogni probabilità, al viceprefetto Claudo Vaccaro non resterà che indire un terzo bando di gara e, nell’attesa che venga espletato, concedere un’ulteriore proroga alla ditta che attualmente gestisce il mercato ittico, il cui contratto scadrà la prossima settimana. Dallo scorso febbraio la struttura comunale è gestita da un’Associazione temporanea d’impresa (Ati), composta dalla società Eurofish e dalla cooperativa Ippocrate.

 

Ma indipendentemente delle decisione che adotterà il commissario straordinario, il dato più significativo è che, tra le tante società che operano nel settore ittico, non ve n’è una sola che sia disposta ad investire e a gestire una delle più importanti strutture della provincia di Napoli. Il motivo? Probabilmente il vespaio di polemiche sollevato nei mesi scorsi, le vicende relative alle presunte pressioni esercitate dalla vecchia giunta comunale affinché – secondo quanto dichiarato da Biagio Cacciapuoti, autore della missiva finita sulla scrivania dell’ex sindaco Giovanni Porcelli e del dirigente del Primo settore – “fossero assunte 27 persone”, e il successivo interessamento della magistratura, hanno di fatto scoraggiato e tenuto lontano più di un potenziale assegnatario.

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