Si è dovuto attendere ben dieci anni, l’esito di un’inchiesta giudiziaria, un sequestro e un dissequestro ordinato dalla magistratura prima che il Comune di Marano disponesse la revoca dell’autorizzazione edilizia (Dia) con la quale, nel lontano 2004, in via Galeota, un noto gruppo imprenditoriale realizzò un imponente complesso residenziale, con volumetrie che erano di gran lunga superiori a quelle contemplate nel progetto presentato agli uffici dell’Ente.

L’immobile in questione sorse al posto di quella che, secondo il racconto di tantissimi residenti e appassionati di storia e tradizioni locali, era una delle masserie (masseria del Galeota) più antiche e rappresentative del territorio. Non soggetta a vincoli della Soprintendenza ai beni architettonici, fu abbattuta nel corso di una sola notte, quella che precedette l’arrivo al Comune dei commissari prefettizi. Ma ora l’ente cittadino, e più precisamente l’ufficio tecnico diretto dall’architetto Agostino Di Lorenzo, ha deciso di revocare (in autotutela) quella contestata autorizzazione amministrativa, anche sulla scorta di una serie di recenti istruttorie.

Il complesso residenziale, alla luce dell’atto di revoca, è pertanto da considerarsi a tutti gli effetti abusivo. Il provvedimento di annullamento della Dia è stato già notificato ai titolari degli immobili, che ora avranno meno di dieci giorni per produrre le loro osservazioni.

Una prassi tecnico-amministrativa, quest’ultima, che non dovrebbe tuttavia mutare il corso degli eventi. Il complesso residenziale sorto al posto della splendida masseria sarà infatti acquisito (il Consiglio comunale, come per altri casi, dovrà esprimersi sulla destinazione d’uso) all’immenso patrimonio immobiliare del Comune di Marano, già ricco di beni sottratti alle organizzazioni criminali o sequestrate per questioni legate agli abusi edilizi. In alternativa, si potrà propendere per l’abbattimento.

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