Giugliano. Si è tornato a sparare ieri a Giugliano. Si è tornato a sparare forse per ferire o forse solo per fare paura.  Contro chi? Nulla è certo ma per il luogo dove è avvenuto e le modalità sono proprio le stesse di un agguato molto simile: quello dello scorso ottobre ai danni dei  fedelissimi dello scomparso boss Michele De Biase detto Paparella.

Anche ieri con ogni probabilità le vittime designate erano loro: il gruppo legato a Don Michele, che stando alle intercettazioni ascoltate tra alcuni affiliati “doveva essere squagliato nell’acido” perché stava contravvenendo alle regole del clan e agiva in autonomia.

LA COINCIDENZA. C’è però una coincidenza temporale nei fatti criminosi di ieri che è tanto assurda quanto cruenta. La camorra è tornata a sparare dopo esattamente venticinque anni nello stesso posto e se le voci di radio paese sono confermate per lo stesso motivo: il 4 giugno del 1991 furono eliminati proprio lì Pietro e Luigi D’alterio. I “Piripicci”.

Non è il caso qui di ricordare quella storia criminale ma di certo non si può non notare di come i “Mallardo” dopo venticinque anni tornano a sparare nello stesso luogo e ancora una volta per “riportare ordine” tra le proprie fila. Per mettere nuovamente a tacere la fazione delle “palazzine” che da sempre ha dato filo da torcere ai “selleciunari”.

Venticinque anni fa colpirono con il piombo due fratelli e fecero scomparire un terzo. Ieri hanno sparato 6 colpi di fucile da caccia e uno di pistola nelle stesso e identico posto. Ieri come venticinque anni fa le palazzine sono diventate ancora una vola il luogo più caldo di Giugliano. C’è una differenza però: venticinque anni fa quell’esecuzione segnò l’inizio di una pace durata anni, il raid di ieri potrebbe essere invece l’inizio di una nuova guerra di camorra.

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