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C’è una ribellione silenziosa a Napoli e in Campania. Nessuna violenza, nessuna manifestazione. Ma una protesta “inattiva” portata avanti da migliaia di percettori di reddito di cittadinanza che preferiscono non lavorare piuttosto che accettare lavori stagionali mal retribuiti o retribuiti poco più del sussidio garantito dallo Stato.

Napoli, mancano gli stagionali. “Imprenditori paghino bene”

Ha scatenato un vespaio di polemiche in questi giorni la dichiarazione di Ciro Oliva, titolare di “Concettina ai Tre Santi”, che lamentava di non trovare personale anche per colpa del reddito di cittadinanza. A fare eco all’imprenditore partenopeo anche Carla della Corte, presidente Confcommercio Napoli, che a Teleclubitalia ha spiegato come il sussidio statale disincentivi il lavoro in un momento in cui è necessario disporre di personale per far ripartire le attività stagionali e balneari.

Entrambe le dichiarazioni hanno raccolto reazioni negative dal mondo del web. Sono tantissimi i lavoratori – stagionali e non – che invocano paghe adeguate e stipendi proporzionati alle ore di lavoro. Ci sono lavapiatti, camerieri, cuochi, addetti alle pulizie. Un esercito di persone che in questo momento percepisce il reddito di cittadinanza o di emergenza o altre forme di sussidio garantite dallo stato. Un coro di proteste unite da unico obiettivo: alzare i salari. Solo a queste condizioni molti rinunceranno al reddito per sottoscrivere il contratto stagionale con un locale o uno stabilimento balneare.

Le voci del popolo

Su Facebook sono tanti i commenti raccolti dalla nostra redazione. “Ma quale reddito di cittadinanza. Voi non avete personale perché la politica dello sfruttamento e dello schiavismo è finita“, scrive Pasquale. “Non è il reddito di cittadanza, è lo sfruttamento che non va più bene a nessuno…Spero che tutti si sveglino e non accettino lavori da fame…La schiavitù è finita da un bel po’ di tempo”, aggiunge Marianna. “Disincentiva il Lavoro oppure il lavoro nero! È ora che imparate che non siamo schiavi e abbiamo diritto a tutti i nostri diritti, cari imprenditori”, aggiunge Maurizio.

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