Ad Arzano la camorra torna a farsi sentire. Una lettera a firma 167, come il nome del clan egemone nato dall’ala scissionista di quella che fu la faida di Scampia, è stata trovata nella corrispondenza che ogni giorno viene recapitata al Municipio.

Camorra ad Arzano, minacce di morte al commissario prefettizio

La missiva – che si conclude con l’inquietate frase ” riprendiamoci i politici amici nostri e il futuro di Arzano“ – contiene minacce di morte per la segretaria comunale Rosalba Ambrosino, per il nuovo comandante della polizia municipale Biagio Chiariello e per il viceprefetto Gabriella D’Orso – commissario prefettizio chiamata a reggere le sorti del Comune dopo lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche.

La lettera è arrivata all’ufficio protocollo, in una busta senza affrancatura trovata inspiegabilmente nel pacco della corrispondenza ordinaria. Le forze dell’ordine – dopo aver allertato immediatamente la Procura di Napoli Nord e la Direzione Distrettuale Antimafia – stanno dunque lavorando all’individuazione del “ postino della mala” riuscito ad entrare direttamente o attraverso complicità in municipio.

Le minacce arrivano in un clima di particolare tensione ad Arzano. Nell’ultimo settimana i militari della compagnia di Casoria, diretta dal maggiore Diego Miggiano e i colleghi della locale tenenza, hanno effettuato ben tre controlli ad Alto Impatto in città. Con molta probabilità, però, ad aver indispettito il clan della 167 è stato il blitz della municipale nell’omonimo rione.

Solo due giorni prima I caschi bianchi di arzano avevano qui individuato e denunciato 28 persone – tra capi ed affiliati – per occupazione abusiva di alloggi per i quali non hanno pagato da anni nessun canone, provocando un danno economico di oltre 250mila euro all’istituto case popolari.

Nello stesso giorno dell’arrivo della lettera minatoria, inoltre, la viceprefetto D’Orso è stata aggredita verbalmente da uno scalmanato (già identificato) in piazza Cimmino mentre si recava in ufficio.

La solidarietà di Costa

L’ex ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha espresso la sua solidarietà e vicinanza alle istituzioni locale attraverso un post su Facebook. “A loro va tutta la mia solidarietà, e l’invito a non arretrare mai, nemmeno di un passo. Avranno al loro fianco tutti coloro che credono che ristabilire la legalità sia una necessità primaria, non opzionale ma indispensabile”, scrive Costa sui social.

“Ho conosciuto tanti valorosi servitori dello Stato presi di mira dai clan che hanno fatto del coraggio la scelta di vita. Io stesso vivo sotto scorta. Ma se questo è il prezzo da pagare per affermare la legalità, lo accetto volentieri”, conclude.
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