A Napoli le scuole resteranno aperte. Il Comune, infatti, non prenderà alcuna decisione senza prima visionare i dati di ognuno dei circa 600 plessi scolastici distribuiti su tutto il territorio cittadino.

Soltanto qualche giorno fa l’Unità di Crisi regionale aveva invitato i sindaci a valutare la sospensione della didattica in presenza per via del “costante e crescente aumento dei casi registrati in tutte le fasce d’età” fino alla fine di febbraio.

Ma “solo dopo la visione e l’analisi di questi dati attraverso un confronto con un tavolo di esperti, potremmo valutare una sospensione della didattica lì dove saranno evidenti le connessioni tra positivi e scuola”, chiarisce l’assessore Palmieri al Mattino aggiungendo che “chiudere tutto senza che i dati scientifici avvalorino questa possibilità, sarebbe un atto irresponsabile. Non useremo l’accetta”.

De Magistris: “Solito scaricabarile su sindaci e prefetti”

Ancora più duro il sindaco de Magistris: “Sulla scuola registriamo la bandiera bianca finale del presidente De Luca, terminata la campagna elettorale e la propaganda muscolare. Prendiamo atto che la Regione fallisce sulla scuola, che c’è lo scaricabarile su sindaci e prefetti”, afferma il primo cittadino, che chiede alla Regione dati precisi e puntali, “altrimenti è omissione d’atti d’ufficio. Noi ci assumeremo le nostre responsabilità ma non prendiamo decisioni di pancia o sullo strepitio del giorno”.

Intanto i dati indicano che a Napoli i casi di Covid sono cresciuti del 37% nella fascia 6-18 anni, in concomitanza con la ripresa delle lezioni in presenza in tutte le scuole. Martedì l’Unità di Crisi ha lanciato l’allarme del “grave quadro epidemiologico” e stabilito “il costante e crescente aumento dei casi registrati in tutte le fasce d’età”, rimandando però ai sindaci le decisioni di una sospensione della didattica in presenza. Il sindaco Luigi de Magistris si è quindi coordinato con gli assessori all’Istruzione e alla Salute, Annamaria Palmieri e Francesca Menna, per inviare all’Unità di crisi una lettera con “una richiesta ufficiale dei dati sul territorio cittadino, suddivisi per scuole, municipalità e quartieri, parametrato ai tassi di contagio dei singoli target anagrafici”. “Vogliamo vederci chiaro – aggiunge Palmieri al Mattino – perché i dati finora divulgati dall’Unità di crisi non ci bastano”.

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