Si torna in classe in Campania. Dopo le elementari, domani la campanella suonerà anche per gli studenti delle secondarie ed entro il 1 febbraio rientreranno a scuola anche gli studenti delle superiori. Si tratta di decine di migliaia di persone che ogni giorno si muoveranno da casa per raggiungere gli istituti scolastici disseminati tra capoluoghi e provincia. L’infettivologo dell’ospedale Cardarelli di Napoli, Alessandro Perrella, intervistato da Il Mattino, lancia l’allarme: “Aumenteranno i contagi”.

Campania, riaprono le scuole: l’allarme dell’infettivologo sulla crescita dei contagi

La regione Campania sta provando a correre ai ripari. Dopo la “bocciatura” del TAR Campania, che ha disposto la riapertura delle scuole accogliendo il ricorso presentato contro l’ordinanza di Vincenzo De Luca, per contenere l’ondata di contagi derivanti dal ritorno in classe, l’amministrazione di Palazzo Santa Lucia sta procedendo con una massiccia campagna di tamponi antigenici per insegnanti e personale scolastico.

A preoccupare però i vertici dell’Esecutivo regionale anche il traffico di pendolari che travolgerà i mezzi pubblici. Per questo Eav ha individuato delle tratte a rischio potenziandole con un totale di 65 autobus. Misure che tuttavia potrebbero essere insufficienti per Alessandro Perrella. “Abbiamo avuto almeno 30 mila infezioni in più. Come del resto avevamo previsto dall’algoritmo. Sappiamo bene il valore della scuole sulla formazione ed educazione dei giovani ma sappiamo anche cosa cosa costa in termini epidemici”.

Come si diffonde il virus a scuola: “Studenti asintomatici portano il virus a casa”

Il medico, intervistato da Il Mattino, ha in realtà specificato che l’impatto delle scuole sulla circolazione del virus è materia controversa ed oggetto di studio. Ci sono diverse scuole di pensiero. Secondo l’orientamento prevalente, comunque, la scuola funge da “moltiplicatore”. “La scuola – precisa Perrella – coinvolge una popolazione giovane che resta per molte ore insieme condividendo anche il momento del pasto coinvolgendo i trasporti, luoghi e circostanze sociali in cui i sistemi di sicurezza sono fatalmente destinati a fallire alimentando assembramenti e focolai. I contagi restano asintomatici per molti giorni fino ad emergere nei nuclei familiari. In questi casi il contact tracing avviene troppo tardi”.

L’infettivologo, che prevede purtroppo una crescita della curva epidemica con il ritorno a scuola, prova a spiegare la dinamica dei contagi scolastici con un esempio. “Tutti si muovono liberamente e riapriamo la scuola. Il caso tipico è quello di Mario, scolaro che al supermercato tocca un prodotto o una maniglia nel palazzo contaminata. Il bambino torna a casa si tocca occhi, naso o bocca e si infetta. Resta asintomatico. Va a scuola e trasmette a Franco, il suo amico il virus. Anche Franco è asintomatico. Nell’arco di una settimana questi due scolari trasmettono il virus a 100 persone in classe e fuori. Ognuno porta a casa l’infezione che ci mette diversi giorni per manifestarsi negli adulti suscettibili”.

 

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