In Campania gli studenti potrebbero tornare in classe più tardi rispetto agli altri, probabilmente il 14 gennaio. È la proposta che l’assessore regionale all’Istruzione Lucia Fortini lancerà alle prossime riunioni con l’Unità di crisi per l’emergenza Covid prima del 7 gennaio, data fissata dal Ministero dell’Istruzione per la ripresa delle attività in presenza degli studenti delle secondarie di secondo grado.

Campania, scuole chiuse: slitta ancora la data di gennaio

Un modo, quindi, per evitare l’impennata di casi in ambito scolastico come avvenuto a inizio ottobre, quando il presidente De Luca sospese la didattica in presenza in tutta la Regione.

Come riporta Il Mattino, sono tre gli scenari possibili: dal 7 gennaio tutti gli ordini scolastici saranno a distanza oppure tutti gli ordini scolastici saranno in presenza; ma non è escluso un rientro graduale.

Quest’ultima proposta sarà portata alle riunioni dall’assessore Fortini che ha ipotizzato “un piano di rientro in classe progressivo, per far organizzare bene le scuole e monitorare la curva”.

Il 7 gennaio tornano solo infanzia e le prime due classi della primaria, proprio come a dicembre. Dall’11 gennaio tutte le cinque classi della primaria. Dal 18 gennaio tutte le tre classi della secondaria di primo grado. Dal 25 gennaio il 50 per cento delle cinque classi della secondaria di secondo grado oppure iniziare gradualmente con il 50 per cento delle prime tre classi, per poi aggiungere nelle settimane successive le altre due classi.

C’è poi un quarto scenario: far ritornare alle lezioni in presenza per l’infanzia e le prime due classi della primaria come a dicembre e valutare di settimana in settimana l’aggiunta di altre classi e ordini scolastici.

“Dopo i sacrifici fatti in questi mesi, non credo che sia lucido far tornare tutti gli studenti nello stesso tempo. Credo che un rientro graduale sia più sicuro per tutti, in particolare lo ipotizzo per gli studenti delle superiori, lasciando anche ai dirigenti la possibilità di rendere flessibile questa pianificazione, perché conoscono i comportamenti dei loro studenti” ammette Fortini.

 

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