Il Covid li ha messi in ginocchio. Sono migliaia gli alberghi, i bar e i ristoranti che rischiano di chiudere per sempre e che non riusciranno a pagare le tasse già dal mese di aprile. Più di trecentomila i posti di lavoro in bilico. E le nuove misure anti-covid preannunciate dal Governo non prevedono una boccata d’ossigeno neanche durante le festività natalizie.

Covid, ristoranti e alberghi a rischio chiusura

I numeri fotografano una situazione drammatica per il settore più colpito dalle misure restrittive degli ultimi mesi. Almeno sessantamila le imprese della ristorazione a rischio chiusura. La crisi si estende anche all’indotto e ai fornitori. A dicembre si prevede da parte dei ristoratori una richiesta di materie prime inferiore a 100 milioni rispetto al periodo dello stesso anno.

Non va meglio per gli alberghi e le strutture ricettive. Federalberghi stima il calo di fatturato intorno all’ottanta per cento dello stesso anno. A dicembre il settore alberghiero, che ha sempre contato sulle festività natalizie, perderà circa 4 miliardi di euro. Nel complesso il comparto dovrà accontentarsi nel 2020 di un fatturato complessivo inferiore ai cinque miliardi di euro, contro i venti miliardi di un anno fa.

Come riporta Il Mattino, a lanciare l’allarme sulle ricadute economiche delle chiusure natalizie è anche la Confesercenti.  «Un blocco tra Natale, Capodanno ed Epifania comporterebbe per negozi e pubblici esercizi una perdita di 10 miliardi di euro, di cui 3 miliardi circa di consumi in bar, ristoranti e altri esercizi di somministrazione e 7 miliardi in acquisti di beni e prodotti», spiega il segretario generale di Confesercenti Mauro Bussoni. Nel commercio e nel turismo, ricorda Confesercenti, sono a rischio chiusura causa Covid circa 150 mila imprese, di cui 70 mila negozi e 80 mila attività legate all’alloggio e alla ristorazione, per un totale di 450 mila posti di lavoro.

Rebus ristori

«Se lockdown deve essere, il Governo si impegni a sostenere le imprese con ristori adeguati, certi e immediati», prosegue il segretario generale di Confesercenti. E preoccupa anche l’incertezza del Governo sull’entità e sulla tempistica dei ristori che dovrebbero sostenere i settori e i comparti economici più colpiti da quest’ennesima stagione di chiusure. I sussidi precedenti hanno coperto nei migliori dei casi giusto il 25 per cento delle perdite subìte dalle attività messe in lockdown.

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