Emergono nuovi dettagli sulla morte di Diego Armando Maradona. Dalle perizie effettuate post-mortem si apprende che il cuore di Diego pesava il doppio del normale. Ciò significa che il campione soffriva di cardiomiopatia dilatativa.

Maradona, il cuore pesava il doppio: soffriva di una malattia

La diagnosi è risultata possibile grazie all’analisi delle urine, del sangue e dei tamponi nasali effettuati sulla salma del Pibe de Oro. Dalle ulteriori analisi sarà possibile accertare anche se Diego avesse assunto o meno delle sostanze psicotrope prima di morire, così da avere ulteriori elementi in grado di spiegare le ultime ore di vita del campione.

Ciò che appare già certo dalle analisi è che il cuore di Diego pesasse il doppio di un cuore normale per effetto di una “cardiomiopatia dilatativa”. Il medico personale di Maradona, Leopolo Luque, ne era a conoscenza? Perché una persona con divese patologie e con una salute fragile come El Pibe  è stato dimesso dalla clinica per essere curato in casa?

La Procura di San Isidro sta provando a dare delle risposte a questi interrogativi. Luque nel frattempo è finito nel registro degli indagati per omicidio colposo. Le prime conclusioni dei medici legali incaricati dell’autopsia sul corpo dell’atleta hanno indicato che Maradona è morto a causa di “edema polmonare acuto secondario a insufficienza cardiaca cronica esacerbata”.

Diego morto solo

Intanto è notizia delle ultime ore che Diego Armando Maradona sia morto da solo, in condizioni d abbandono, senza il conforto dei propricari. A confermare questo scenario anche Rocio Oliva, ex fidanzata del campione del Napoli, la ragazza ha rilasciato alcune scottanti dichiarazioni alla tv argentina: “Diego è morto abbandonato e triste. Ripeto la stessa teoria che sto portando avanti dal 30 ottobre. Non so se sarebbe stato possibile rendere la casa di Diego un clinica accogliente o se lui avesse acconsentito, ma almeno glielo si doveva chiedere”.

“Una volta che è stato dimesso dall’ospedale, andava trasferito in una clinica specializzata, dove andava monitorato da professionisti. Diego ha assunto droghe per 15-20 anni, a Cuba lo internarono e si salvò. Bisognava fare lo stesso e si sarebbe salvato nuovamente”, ha riferito l’ex giovane fidanzata di Diego Armando Maradona nel corso della sua intervista. Parole che denotano lo stato depressivo in cui era sprofondato l’ex calciatore del club azzurro nell’ultimo periodo della sua vita.

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