I numeri non tornano. Da giorni i bollettini giornalieri della Campania riportano centinaia di posti disponibili in degenza ordinaria e in terapia intensiva. Ma fuori agli ospedali si registrano file di ambulanze e di pazienti bloccati in auto senza assistenza sanitaria. Per questo la Procura di Napoli ha deciso di fare chiarezza. La Pm Mariella Di Mauro ha aperto un’inchiesta per verificare i dati delle postazioni e gli altri parametri utilizzati per la classificazione del rischio.

Napoli, il giallo dei numeri dei posti letto: indaga la Procura

L’ultimo bollettino è chiaro: 1817 posti di degenza occupati su 3160 disponibili. Ma dove sono gli altri 1300 posti di scarto che dovrebbero assicurare alla Regione altri ricoveri? Perché gli ospedali esplodono? Hanno fatto il giro del web le immagini del cortile dell’ospedale Cotugno, trasformato in una sorta di pre-triage, con un viavai di medici e infermieri impegnati a visitare i pazienti affetti da Covid in auto e trasportare direttamente in intensiva quelli più gravi. Fanno ciò che possono: trasportano bombole d’ossigeno, misurano la pressione sanguigna, il livello di ossigenazione, il ritmo cardiaco.

Di questa anomalia si è reso conto anche il Ministero della Salute, che ha chiesto chiarimenti. Dall’Unità di Crisi della Campania, spiega Repubblica, hanno fatto sapere che è tutto in regola: i nuovi posti derivano dalla trasformazione di altre postazioni di degenza ordinaria già presenti. In pratica letti riconvertiti. Un processo velocissimo che porta ad avere anche mille posti in più in un giorno. Una situazione – fanno notare dal Ministero – non coerente però con gli assalti agli ospedali di queste ore.

Come sono cresciuti i numeri del bollettino

In Campania, ogni volta che eravamo a un passo dalla saturazione dei posti disponibili, il bollettino ha fatto lievitare le postazioni di degenza ordinaria e di terapia intensiva. Da 925 posti disponibili a metà ottobre si è passati ai 1608 di qualche giorno fa fino ai 3160 di oggi. Stesso discorso per la terapia intensiva: 335 prima della pandemia, 640 gli attuali. Ma i numeri fanno a cazzotti con la realtà, visto che il personale sanitario è allo stremo e invoca un lockdown generalizzato per fermare l’ondata di pazienti che ogni giorno prende d’assalto gli ospedali. Decine di persone restano bloccate in ambulanza anche 10 ore prima di ottenere un posto. Altre sono addirittura costrette a tornare a casa.

Un’incongruenza su cui la Procura di Napoli ha deciso di fare chiarezza. Anche perché i numeri delle postazioni disponibili giocano un ruolo fondamentale ai fini dell’inserimento di una regione in una zona gialla o in una zona arancione. La Campania, nonostante il sistema sanitario sia al collasso, è finita tra le zone “virtuose”. Tutto dipende dai dati trasmessi dall’Unità di Crisi regionale al Governo: sulla base di questi l’algoritmo costruito dal Ministero della Salute decide qual è il destino di una regione. La Campania, così come la Liguria, nonostante le criticità documentate da giornali e comuni cittadini, sono tra le aree considerate a basso rischio. Adesso la Procura vuole capire perché.

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