A vederlo oggi, a distanza di 4 secoli e mezzo, sembra quasi profetico. Un quadro del 1656 mostra un uomo con la faccia coperta da una mascherina. Il dipinto è “La tragedia della peste” di Luca Giordano. La protezione delle vie respiratorie in tempi di pandemia è sempre stato uno degli espedienti a cui si è fatto ricorso per arginare il contagio. Eppure il particolare dell’opera d’arte ha acceso subito la curiosità degli utenti della rete, alimentando anche qualche fantasioso – e del tutto infondato – retroscena.

Mascherina in un quadro del 1656: profezia del Covid?

Il dipinto, presente nel Museo di Capodimonte, ha attirato l’attenzione di molte persone per un particolare che oggi lo rende attualissimo. Del resto anche i cosidetti medici della peste ricorrevano a una maschera sui generis, a forma di becco, e a lunghe tuniche nere per proteggersi dagli agenti infettanti. Del resto non sorprendono più le fotografie scattate alla fine degli anni ’10 del 1900, che ritraggono persone in strada con il volto coperto in piena epidemia da Spagnola.

A riproporre il dettaglio del quadro di Luca Giordano, che già alcuni appassionati d’arte avevano rivelato, è stato in queste ore il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli. “Si vede un personaggio indossare una mascherina rudimentale – scrive Borrelli nel suo post su Facebook -. Le pandemie da sempre colpiscono il mondo e ancora non abbiamo imparato a trarre insegnamento dalla storia”.

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