La Campania potrebbe essere dichiarata “zona arancione”. Sulla base del nuovo Dpcm, l’Italia verrà divisa in tre aree colorate: gialla, arancione e rossa. Quest’ultima nel caso in cui in una regione si dovesse riscontrare un elevato livello del contagio.

Ma cosa significa rientrare in una zona arancione piuttosto che in un’altra, magari in quella rossa? E quali misure verrebbero messe in campo dal Governo? Facciamo un po’ di chiarezza: il posizionamento delle regioni viene stabilito dall’incrocio di vari fattori, quali ad esempio l’andamento dei contagi, l’indice Rt di ogni regione e l’occupazione dei posti letto in base alla disponibilità.

Se la Campania fosse “zona arancione”

Nello specifico, se la Campania fosse “zona arancione” sarebbe caratterizzata da uno scenario di elevata gravità e le misure applicate per contenere il contagio riguarderebbero più settori economici e non solo.

Le misure. Ad essere di nuovo colpito dai provvedimenti governativi sarebbe il settore della ristorazione. Bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie verrebbero chiusi, “ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale a condizione che vengano rispettai i protocolli o le linee guida diretti a prevenire o contenere il contagio. Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 22,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze”, si legge sulla bozza del nuovo Dpcm. Resterebbero aperti, invece, gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti”, si legge sulla bozza del nuovo Dpcm. E ovviamente sarebbero esclusi anche i negozi di prima necessità, come supermercati, farmacie, edicole e tabacchi.

Vietato anche ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori, “salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. Sono comunque consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza nei limiti n cui la stessa è consentita. E’ consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”.

Inoltre, centri commerciali rimarrebbero chiusi nel weekend. Il trasporto pubblico verrebbe dimezzato (mezzi pieni per il 50%). Stop a musei e mostre e – ma è un’ipotesi al vaglio del governo – fermare gli spostamenti tra Comuni.

Ipotesi zona rossa

Se la situazione epidemiologica dovesse peggiorare in Campania e dunque passare dalla “zona arancione” alla “zona rossa” si aprirebbe un nuovo scenario. Per le regioni che figureranno nella cosiddetta “zona rossa” è previsto un inasprimento delle misure nazionali. In questo caso, potrebbero scattare almeno due settimane di misure molto restrittive. Anche qui saranno possibili interventi a livello provinciale e comunale.

Le misure. Didattica a distanza per la scuola media e per la scuola superiore. Fatta eccezione per la scuola dell’infanzia e del primo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado.

Stop alle attività economiche non essenziali, quindi anche servizi per la persona (centri estetici, barbieri, parrucchieri), con aperte soltanto quelle per i beni di prima necessità. Gli spostamenti avverrebbero con autocertificazione con coprifuoco dalle 22 alle 5,

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