Secondo il giudice sono gli esecutori materiale di Salvatore Cipolletta, trucidato a colpi di pistola nel 2008 all’esterno del Lotto G di Scampia, dagli uomini del suo stesso clan. Carmine Amato e Carmine Calzone, difesi dall’avvocato Gigi Senese, hanno ricevuto oggi una condanna a 20 anni di carcere.

Ucciso per epurazione interna al clan Amato-Pagano: due condanne

Salvatore Cipolletta aveva 36 anni quando fu ucciso e precedenti per droga e rapina e un processo in corso per usura ed estorsione. Cipolletta fu ammazzato con tre colpi di pistola, alla nuca e alla schiena, mentre usciva da un parco al lotto G di via Labriola. Il sicario gli piombò alle spalle a piedi perché, secondo gli investigatori, agiva nel suo territorio e non aveva bisogno di fuggire.

A distanza di 12 anni è arrivata la condanna per i due killer, che eseguirono il delitto su commissione dei vertici del clan degli “Scissionisti” nell’ambito di un’epurazione interna per ridefinire gli assetti criminali nel territorio di influenza. Il Gup Lucia De Micco del Tribunale di Napoli ha emesso la sentenza al termine del rito abbreviato. Per loro l’accusa era di omicidio con l’aggravante di aver agito per agevolare un’associazione mafiosa.

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