graziano mesina

Condanna definitiva per Graziano Mesina a 30 anni di reclusione. L’ex primula rossa del banditismo sardo è però in fuga dopo che la Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai suoi legali, rendendo così definitiva la condanna a 30 anni di reclusione decisa dalla Corte d’Appello di Cagliari. Quando i Carabinieri ieri notte sono presentati alla sua abitazione ad Orgosolo per condurlo in carcere, Mesina non c’era. Non possiede un telefono e non è rintracciabile.

Mesina era stato scarcerato dopo la condanna in appello per decorrenza dei termini. Secondo la Dda di Cagliari sarebbe stato a capo di due gruppi criminali attivi in punti geografici della Sardegna per coprire l’approvvigionamento di vari tipi di droga, con base in queste due zone dell’isola. Con il rigetto del ricorso decade in via definitiva la grazia concessa a suo tempo dal presidente della Repubblica.

Graziano Mesina, chi è?

E’ stato il più famoso esponente del banditismo sardo del dopoguerra. È conosciuto per le numerose evasioni (ventidue, di cui dieci riuscite) e per il suo ruolo di mediatore nel sequestro di Farouk Kassam.

Nel 1992, durante la vicenda del sequestro del piccolo Farouk Kassam, Graziano Mesina interviene in Sardegna durante uno dei suoi permessi, con la funzione di mediatore. Il suo doveva essere un tentativo di trattare la liberazione con il gruppo di banditi sardi responsabili del sequestro. Il piccolo ismaelita fu rapito a Porto Cervo il 15 gennaio e liberato a luglio.

Le circostanze della liberazione non sono mai state del tutto chiarite. Alla versione della polizia e del governo, che ha sempre negato che fosse stato pagato un riscatto, si contrappone quella di Mesina ribadita in alcune interviste, secondo cui la polizia pagò circa un miliardo di lire per il rilascio dell’ostaggio, aiutando la famiglia del bambino a soddisfare le richieste dei rapitori. Il 4 agosto 1993 il tribunale di sorveglianza revoca la concessione della libertà condizionale dopo il ritrovamento di un Kalašnikov e altre armi da guerra nel caseggiato astigiano di Mesina, arrestato insieme ad altre due persone.

Gli arresti

Mesina, sospettato di progettare un nuovo sequestro di persona, viene nuovamente incarcerato a Voghera per scontare la pena all’ergastolo. In relazione a questi nuovi procedimenti giudiziari, Mesina ha sempre sostenuto la tesi del complotto contro di lui da parte dei servizi segreti, a causa del suo coinvolgimento nel sequestro Kassam.

Nel 2001 il tribunale di Asti respinse la richiesta di scarcerazione presentata dai difensori di Mesina. Il bandito sardo è stato un caso particolare nella storia giuridica italiana. Ha ricevuto la condanna all’ergastolo a causa di tre diverse condanne rispettivamente di 24, 8 e 6 anni di carcere. Questo in applicazione della legge che prevede il cumulo delle pene per reati differenti. Nel luglio del 2003 chiede ufficialmente la grazia dando mandato al suo avvocato di rivolgersi al Presidente della Repubblica.

Il 25 novembre 2004, dopo la grazia concessagli dall’allora Presidente della Repubblica Ciampi, e dal Ministro della giustizia Roberto Castelli, Mesina lascia il carcere di Voghera per fare ritorno da uomo libero nella sua Orgosolo. Complessivamente Mesina ha trascorso 40 anni in carcere.

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