francesco aprovitola elezioni giugliano

GIUGLIANO. “Chiederò il commissariamento del circolo di Forza Italia di Giugliano”. Sono parole dure quelle di Francesco Aprovitola, ex consigliere comunale azzurro, contro il coordinatore cittadino Carleo e non solo. Non è ancora stata trovata la quadra nel centrodestra giuglianese in vista delle elezioni amministrative a Giugliano. La spaccatura tra le anime di centrodestra che vogliono Alfonso Sequino candidato sindaco e quelle che invece vorrebbero Giuseppe Pietro Maisto non si è ancora sanata. Ieri Aprovitola è intervenuto a Tg Club Speciale Campania Oggi, in onda su Teleclubitalia.

Qual è la situazione nel centrodestra?

Stiamo dialogando tanto. Spaccati no, non lo siamo. Io sono membro di Forza Italia e come me Alfonso Sequino. Oggi quello che poniamo noi sui tavoli è un progetto, non è un nome. Chi oggi ha velleità personali non fa parte di Forza Italia, Lega o Fratelli d’italia, non so da quale estrazione venga.

C’è una parte di centrodestra che sta corteggiando Maisto. 

Io voglio ascoltare i temi. Oggi essere ex consiglieri comunali ci pone in una posizione di responsabilità. Il centrodestra, se parliamo di partiti, non è spaccato. Il coordinatore cittadino di Forza Italia, in modo improprio, ha definito Sequino esponente di civiche: è sbagliato, perchè Sequino è esponente di Forza Italia. Chi non è di un partito è Maisto che non è mai stato, almeno negli ultimi 5 anni, nel centrodestra. Oggi nei fatti il centrodestra siamo noi, non Maisto.

Possiamo dire che Sequino è il candidato di Forza Italia?

Alfonso Sequino è l’espressione di un progetto di squadra che ha lavorato per 5 anni dentro e fuori dal consiglio comunale. Alfonso farebbe un passo indietro se il nome funzionale al progetto è quello di Anna, Luigi non di chi in 5 anni non si è mai visto e ci ha remato contro e oggi solo per velleità opportunistiche e personali vuole essere identificato come membro del centrodestra. Maisto non ci ha mai chiamato, non ha mai voluto un confronto. Noi non poniamo il nome di Alfonso, ma la nostra visione di città. Non abbiamo la presunzione che sia la soluzione al problema ma discutiamo sui temi non sui nomi altrimenti a 30 anni abbiamo già fallito.

Il coordinatore Carleo dice che quelle di Sequino e Maisto sono solo velleità personali e che i partiti non hanno ancora deciso. 

Non è così, il nome di Alfonso è frutto di un progetto. E’ l’espressione di un gruppo dove all’interno ci sono temi. Noi non siamo spaccati, il problema ce l’hanno loro.

Una discussione non si può negare che ci sia nel centrodestra. Ma dato che al momento la quadra non c’è, se esce un nome terzo, entrambi sarebbero disposti a fare un passo indietro?

Non mi interessa il nome ma i temi. Questo terzo nome che progetto impersonifica per Giugliano?

Con gli altri partiti avete avuto contatti? Anche gli altri coordinatori di partiti di centrodx firmarono quel comunicato in cui frenavano sul nome del candidato sindaco. 

Prima dell’emergenza ci siamo visti sottoscrivendo un accordo che poi non è valso a nulla dove tra le forze politiche e le liste civiche ci impegnavamo sul fatto che il nome che sarebbe uscito sarebbe stato quello di  una persona che nei quasi 5 anni di consiliatura era stata attiva nella vita politica giuglianese. Non abbiamo mai detto che prima del Covid c’era Alfonso. La verità è che c’è stato l’exploit De Luca, Maisto ha capito che non poteva essere membro della giunta Caldoro e ha capito che doveva farsi avanti per fare il sindaco e sono cambiate le carte in tavola. Questa è la verità. Prima del Covid facemmo una riunione di partito dove c’erano tutti i membri di Forza Italia, fu chiesto a chi aveva velleità di farle presenti. Maisto non ha mai fatto il suo nome. Non voglio passare per il ragazzino che impunta i piedi. Io me ne sto anche a casa ma con coerenza.

Carleo ha detto che bisogna aspettare i tavoli provinciali e regionali. 

Non contano nulla. Tutto dipende solo dalla candidatura del presidente. Oggi la questione gira tutta sul nome del presidente.

Che se sarà Caldoro?

E’ un membro di Forza Italia e giochiamo in casa. Dalle parole del coordinatore cittadino Carleo io mi sono sentito fuori da Forza Italia perché parlava della squadra di Alfonso come espressione di civiche. Io annuncio un commissariamento del mio partito. Non è giusto quello che è stato detto, è una mancanza di rispetto per il lavoro fatto. Oggi non posso accettare queste velleità generazionali, perché sanno bene che se va avanti la nostra linea la loro politica è finita. Quando 5 anni Forza Italia non esisteva, fui il primo ad andare a Napoli e dire che Franco Carleo doveva essere il segretario e io oggi devo essere ricambiato così? Non è giusto, per questo chiedo il commissariamento del mio partito perchè non mi rappresenta. Devono uscire allo scoperto.

L’influenza dei partiti provinciali e regionali c’è sempre nella scelta dei candidati sindaco. Nel caso in cui dovessero dire che sarà Maisto il candidato, voi che fate? Correrete con delle civiche, vi allineate, farete un passo indietro?

I tavoli provinciali e regionali non conoscono i problemi di Giugliano, non sono loro il centrodestra del paese.

Ma sono loro che concedono il simbolo. 

Non vogliono darlo a noi? Vuol dire che mi stanno cacciando. Non sono questi soggetti l’espressione del centrodestra.

Perchè allora quel comunicato a firma di tutti i coordinatori cittadini per fermare le velleità personali? 

Quel comunicato era gestito a livello provinciale e regionale. Io con i coordinatori cittadini ci parlo, ma con quelli degli altri partiti. Quello di Forza Italia dov’è? Non l’ho mai visto nelle concretezze. Maisto se è così sicuro dei numero e della sua forza, si faccia legittimare. Non ci ha mai chiamato. Io l’ultima volta l’ho visto in una riunione di Forza Italia ma non è mai venuto nella nostra squadra a dirci le sue volontà. E’ sicuro della sua forza, dei suoi numeri? E’ una persona da rispettare e stimare come imprenditore ma politicamente non è espressione del centrodestra.

Lo chiamerete?

Sono io espressione del centrodestra e di Forza Italia. Sicuramente se andassimo compatti potremmo non andare neppure al ballottaggio e vincere queste elezioni al primo turno. Io non ho nessun problema a fare un discorso progettuale, generazionale.

Se qui in trasmissione ci fosse Maisto, cosa gli direbbe? Gli chiederebbe un passo indietro per sostenere il vostro progetto?

Mi confronterei, non ho nessun tipo di problema. Gli esporrei la mia visione, quali sono i presupposti per i quali parlo così. Non gli chiederei nulla. E’ lui che dovrebbe chiedere a me. Io sto a casa mia.

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