reddito di cittadinanza in scadenza

Reddito di cittadinanza in scadenza. Il sussidio di cittadinanza è in fase di scadenza, quindi i primi beneficiari della misura – ovvero coloro che ne hanno fatto domanda non appena possibile, ossia a marzo 2019 – smetteranno di percepire il sostegno economico.

Il reddito di cittadinanza viene erogato per un massino di 18 mesi. Ci avviciniamo quindi verso il primo ciclo di chiusura e non sarà rinnovato in automatico. 

Come riporta il sito Money, nonostante l’emergenza da COVID-19, non ci sono state modifiche a quanto stabilito dalla normativa vigente in merito al rinnovo del reddito di cittadinanza. Vale quanto stabilito dal decreto 4/2019 a riguardo, con il nucleo familiare che dovrà necessariamente presentare una nuova domanda.

Reddito di cittadinanza in scadenza: cosa serve per rinnovarlo

Dopo l’estate, migliaia di nuclei familiari smetteranno di percepire il reddito di cittadinanza. La normativa, però, autorizza una nuova richiesta, qualora ovviamente il nucleo familiare ne soddisfi ancora i requisiti. Non ci sarà rinnovo automatico, ma bisognerà presentata una nuova domanda per accedere nuovamente al sussidio.

Documenti per nuova richiesta

  • modulo SR180 per la domanda RdC/PdC;
  • ISEE aggiornato al 2020 (lo stesso che avete richiesto a gennaio 2020 per far sì che il reddito di cittadinanza continuasse ad essere erogato). Per chi volesse che l’importo del nuovo sostegno venga calcolato tenendo conto di una situazione più aggiornata (ovvero sulla base dei redditi del 2019 e non del 2018 come previsto invece dall’ISEE ordinario) allora sarebbe più opportuno presentare l’ISEE corrente.

La richiesta per il secondo rinnovo può essere presentata dopo un mese della decadenza. Ad esempio: tutti i beneficiari che perdono il diritto a ricevere il sussidio a settembre 2020, potranno fare nuova richiesta a novembre 2020.

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Reddito di cittadinanza: cosa cambia dopo il rinnovo

Anche nel secondo periodo di fruizione del reddito di cittadinanza il nucleo familiare sarà chiamato a rispettare tutti gli obblighi previsti dalla normativa, come pure a partecipare – o continuare nel caso in cui questo sia stato già iniziato – ad un percorso per il reinserimento nel mercato del lavoro o di inclusione sociale.

Nel secondo periodo di fruizione, inoltre, cambiano le norme relative all’accettazione di un’offerta di lavoro congrua.

In questo caso, infatti, è considerata congrua un’offerta ovunque questa sia collocata nel territorio italiano, anche nel caso in cui si tratti di prima offerta. E non solo: perché in tal caso la sanzione della decadenza del reddito di cittadinanza si applica già al primo rifiuto dell’offerta di lavoro congrua.

Ad esempio, anche chi è residente a Roma dovrà accettare di andare a lavorare a Milano, pena la decadenza del beneficio (mentre fino ad oggi la prima offerta di lavoro è vincolata ad un raggio di 100 chilometri).

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