Capienze ridotte, distanze prestabilite tra un tavolo e l’altro, dispenser igienizzanti obbligatori, mascherine per i cuochi e i camerieri e prenotazione obbligatoria. A sei giorni dalla riapertura di bar, ristoranti e parrucchieri, i commercianti si preparano alla riapertura degli esercizi commerciali, dopo che il Governo ha accolto la richiesta delle Regioni di avere maggiore autonomia nella gestione della Fase.

Fase 2, ristanti e bar. Le probabili regole

Al momento non ci sono ancora direttive sulla modalità di riapertura. Tra domani e dopodomani l’esecutivo indicherà i protocolli di sicurezza che dovranno essere osservati per scongiurare il rischio di contagio. Stando ad alcune indiscrezioni, l’opzione sarebbe quella di avere uno spazio di 4 metri quadrati per ogni cliente e due metri tra un tavolo e l’altro, per quanto riguarda il settore della ristorazione.

Ma c’è anche la possibilità di “adozioni di misure organizzative come, ad esempio, le barriere divisorie”. E visto che l’uso dei dispositivi di protezione, a partire dalle mascherine, non sarà possibile durante i pasti, il Comitato tecnico-scientifico raccomanda di “privilegiare l’uso di spazi all’aperto rispetto ai locali chiusi”.

Altra regola riguarda l’igiene ovviamente: innanzitutto lavarsi le mani e areare i locali. Ma si raccomanda “il ricambio di aria naturale e la ventilazione dei locali, anche in relazione ai servizi igienici”. I dispenser con il gel disinfettante dovranno essere disponibili in più punti e i bagni saranno “igienizzati frequentemente”. E poi i cuochi e i camerieri che dovranno indossare la mascherina chirurgica e guanti in nitrile. Inoltre saranno indispensabili le igienizzazioni, laddove non sia possibile usare contenitori usa e getta il riferimento è alle posate o a saliere, oliere, acetiere, brocche.

La polemica

Sebbene non ci siano ancora i protocolli di sicurezza, qualche perplessità c’è già.  La Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi ha fatto il calcolo sulla base delle dimensioni medie dei locali: “Se le indiscrezioni circa le misure di distanziamento previste dal governo, con una persona ogni 4 metri quadri, venissero confermate, i ristoranti italiani perderebbero in un sol colpo 4 milioni di posti a sedere, ovvero il 60% del totale”.

Poi aggiunge: “Abbiamo dato la nostra disponibilità da settimane a discutere di maggiori spazi all’esterno, di distanze ragionevoli tra i tavoli, di dispositivi di protezione individuale e possiamo anche valutare, se necessario, di installare delle paratie tra un tavolo e l’altro”, dice Aldo Cursano, vicepresidente vicario di Fipe.

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