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La petizione ha raccolto già 8500 sottoscrizioni da tutta Italia. Sono parrucchieri, barbieri, barber shop, onicotecnici, truccatori e tatuatori messi in ginocchio dall’emergenza coronavirus. Un esercito di partite IVA e ditte individuali che da un mese all’altro si è ritrovato a chiudere i battenti in attesa della fine dell’emergenza e che ancora oggi non ha una data certa per la riapertura.

Coronavirus: barbieri, parrucchieri e centri estetici in ginocchio

La petizione, rivolta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ai componenti dell’Esecutivo, e ai deputati, è apparsa sul sito Avaaz.org. Dal 29 marzo a oggi ha fatto il giro della rete. E ha fatto abbastanza rumore da diventare un caso nazionale. Ieri l’autrice della petizione, Romina Paludi, titolare di un centro estetico a Roma, ha ascoltato in videoconferenza con un senatore di maggioranza. Il politico si è mostrato disponibile ad accogliere le istanze del settore.

“Chiediamo anzitutto liquidità immediata per il pagamento degli affitti dei locali commerciali – ha dichiarato Romina a Teleclubitalia -. Non vogliamo crediti d’imposta. Inoltre invochiamo la cancellazione e non la semplice sospensione dei tributi relativi al 2020”.

Ma oltre alle spese pregresse da affrontare, c’è il nodo dei dispositivi di sicurezza. Mascherine, pannelli divisori in plexiglass, guanti. “Lo Stato si faccia carico di pagare i fornitori. Si tratta di centinaia e centinaia di euro che si andrebbero ad aggiungere alle imposte e agli affitti. Il nostro settore rappresenta circa il 5 % del Pil del Paese. Migliaia di posti di lavoro sono a rischio”, ha concluso Romina.

La situazione in Campania

In attesa che qualcosa si smuova ai piani alti dell’Esecutivo, la petizione si è trasformata in un vero e proprio movimento, con decine di coordinatori sparsi in tutta Italia. In Campania a farsi carico delle istanze del settore è Francesco Grimaldi, barbiere di Giugliano.

Anche lui si allinea alle richieste promosse a livello nazionale da Romina. “Ci hanno proposto dei prestiti con garanzia statale – protesta Grimaldi – ma non vogliamo ulteriori indebitamenti. Abbiamo bisogno di liquidità per garantire il pagamento dei canoni di locazione e delle utenze, oltre che dei costi da affrontare dopo la ripartenza. Le spese ulteriori dovute all’acquisto dei dispositivi di sicurezza rischiano di scaricarsi sui clienti. Diventerebbe un circolo vizioso per tutti”.

Fanno ben sperare le misure messe in campo dal governatore Vincenzo De Luca, che parla di un contributo di 2mila euro a tutte le micro-imprese con meno di dieci dipendenti e un sostegno economico per il pagamento degli affitti. “Capiamo le cautele della Regione adottate prima della riapertura di tutte le attività commerciali. Dobbiamo superare l’emergenza sanitaria. Ci auguriamo però che il Presidente della Regione possa erogare gli aiuti promessi”, conclude Grimaldi.

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