fase 2 4 maggio

Si avvicina la scadenza del 13 aprile e nel governo si valuta l’inizio della fase 2 il 4 maggio. Al momento sono allo studio prime riaperture da metà mese. Il governo, con l’ausilio del comitato scientifico, deve decidere cosa fare il 14 aprile. Una decisione potrebbe uscire dal vertice in videoconferenza tra il premier Conte e il Comitato tecnico scientifico, atteso nel pomeriggio. La discussione verterà proprio sulle misure di contenimento della fase 2, quella che il premier Conte ha chiamato di “convivenza” con il virus e di una parziale e graduale apertura del Paese. E in questo caso potrebbero essere interessati alcuni comparti del manifatturiero, mentre per una graduale allentamento anche per le persone si profila il termine dei primi d maggio.

Fase 2 il 4 maggio

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, la data cruciale potrebbe essere il 4 maggio. Da quel momento potrebbero essere allentate le misure restrittive anche per le persone, non solo per le aziende. Per quella data si potrebbe tornare a uscire, rispettando la regola del distanziamento e indossando le mascherine, come accade allo stato attuale in Lombardia. Alcune regioni infatti in queste ore stanno emanando ordinanze che obbligano all’uso della mascherina per uscire.

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La riapertura

Il capo della protezione civile Angelo Borrelli solo qualche giorno fa aveva annunciato la possibile riapertura del Paese il 16 maggio. “Il coronavirus cambierà il nostro approccio ai contatti umani e interpersonali, dovremo mantenere le distanze per diverso tempo. La fase due potrebbe iniziare il 16 Maggio” aveva detto.

La decisione dipende dall’andamento della curva dei contagi. Se continuerà a scendere, una prima apertura potrebbe scattare già da metà aprile. Potrebbero essere coinvolte quelle filiere produttive dove si può far garantire il distanziamento tra i lavoratori con obbligo di mascherina. Potrebbero rientrare alcuni settori del manifatturiero come la meccanica, l’edilizia e il commercio (laddove possibile). Al contempo, si potrebbe prendere in considerazione due criteri. Il primo: quelle delle aree geografiche, dando la priorità all’apertura di quelle zone in cui il coronavirus ha fatto meno contagi. Il secondo: l’età, con anziani e persone più fragili che rimarranno sotto tutela.

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