matteo richetti

L’ipotesi di un Governo di unità nazionale a guida Mario Draghi inizia a farsi strada tra i palazzi della politica. C’è chi si sbilancia e lo sostiene apertamente, come Berlusconi e Salvini, e chi frena su un’alternativa all’Esecutivo come Pd, M5s, Liberi e uguali e Fratelli d’Italia.

Per Matteo Richetti, senatore di Azione, l’idea di Draghi Premier non è altro che un “chiaro elemento di ipocrisia”.  “Anche il Pd evoca questo scenario: l’arrivo di Mario Draghi da premier. E dicendo questo – dice Richetti nel corso del Tg Club Speciale Coronavirus – riconoscono l’inadeguatezza di questa stagione di governo. Non voglio speculare ma qualcuno, quando il Pd ha deciso di fare questo governo, ha detto ‘no grazie’ perché l’avventura con i cinquestelle non portano bene”, ha affermato il senatore in collegamento.

Su come il governo sta gestendo l’emergenza da Covid-19, Richetti non risparmia qualche perplessità sulle misure economiche adottate per sostenere famiglie e imprese e per risollevare il Paese una volta che l’emergenza sarà rientrata.

“E’ un governo che sta fronteggiando un’emergenza senza precedenti, che deve fare fronte alla risposta sanitaria e alle conseguenze economiche ma non ha l’umiltà di ascoltare, coinvolgere e relazionarsi con chi può dare una mano. Tutti sappiamo che nelle prossime settimane dovremo riprendere gradualmente le attività economiche, allora dovremmo pensare a come organizzare questa ripartenza”, ha detto il senatore durante la puntata.

“Tutti i sabato sera, alle ore 20, il presidente del consiglio approfitta per darci qualche comunicazione. Andrebbe benissimo se fossero comunicazioni chiare, necessarie ai cittadini e che aiutassero a superare questa emergenza. Molto spesso sono dichiarazioni di intenti condite con molta retorica – aggiunge Matteo Richetti. –  Parli con gli italiani quando sai come si fanno ad avere soldi, che requisiti bisogna avere per ottenerli, con quali criteri vengono dati. Invece tutto questo è dentro la confusione più totale. Vanno bene messi i soldi sulla sanità, ho anche votato il decreto Cura Italia, ma sulla economia non sono in grado di fare previsioni necessarie nel medio periodo”.

Poi esprime qualche critica sull’operato del centro-destra. “Non sta contribuendo con risposte concrete alla soluzione dei problemi. Il mio modo di fare opposizione non è dire che Conte non va bene, ma fare proposte. Abbiamo proposto al governo di aumentare il credito di imposta sulle spese di sanificazione: il Cura Italia prevede 20 mila euro? Portiamo a 200mila perché le imprese devono fare tutto quello che è necessario per mettere in sicurezza. Ma nessuno ha recepito l’emendamento. Abbiamo proposto l’anticipo della cassa integrazione attraverso le banche, abbiamo proposto il fondo di garanzia di cassa depositi e prestiti ed esteso alle aziende fino a 500 dipendenti. Noi stiamo provando a dare un contributo”, afferma Richetti.

E sulla scelta del governatore campano di adottare il pugno di ferro onde evitare che il sud possa collassare a causa della diffusione incontrollata del virus, il senatore di Azione sostiene che in realtà “bisogna capire che cosa si chiede ad un governo regionale. Qui in Emilia Romagna chiediamo un’organizzazione sanitaria che funzioni, nessuna clientela e la possibilità di lavorare in sicurezza da parte dei medici. Non chiediamo a Bonaccini l’imitazione di Crozza o l’emulazione di Bugs Banny nell’indossare le mascherine, ma gli chiediamo un’esperienza di governo all’altezza di questo nome”.

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