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Anche la Russia di Vladimir Putin corre ai ripari contro il coronavirus. Sospese le attività lavorative per una settimana. Tutti resteranno a casa. E per far fronte all’emergenza dell’epidemia impone una tassa sul patrimonio dei ricchi.

Russia contro il coronavirus, 658 casi e due morti

Nonostante i dubbi sull’ufficialità dei dati, dal Cremlino arriva la notizia di 658 casi di persone positive al Covid-19 e due decessi a Mosca. Anche l’Ex URSS dunque non è immune all’epidemia, come si era detto all’inizio.  E così Vladimir Putin ha parlato alla nazione facendo un appello di chiamata alle armi come se fosse in guerra: «Restate a casa». Per ridurre le possibilità di espansione del contagio, ha anche annullato il referendum sulle modifiche della Costituzione del 22 aprile che gli avrebbe garantito poteri illimitati. Il suo obiettivo, adesso, è arginare le conseguenze del virus sulla salute e sull’economia. Le proroghe al suo potere possono aspettare.

«Ai nostri confini si trovano Stati già gravemente colpiti dall’epidemia, bloccarne la penetrazione nel nostro Paese oggettivamente è impossibile». Ma si può affrontare il problema con professionalità, ha dichiarato: «La priorità sono la vita, la salute e la sicurezza dei nostri concittadini». In particolare gli anziani. Ogni risorsa ora verrà dedicata al sistema sanitario: «Siete la prima linea nella difesa del Paese».

Le misure: tassa ai ricchi e stipendi garantiti

Anche la Russia si ferma. Con l’eccezione dei servizi essenziali, ospedali e trasporti pubblici, la prossima settimana nessuno lavorerà, pur essendo pagato. «Credetemi, la cosa più sicura è stare a casa», ha detto il presidente russo. Mentre in Italia è partito il “Cura Italia”, a sostegno dei più poveri a Mosca è scattato il rinnovo automatico dei sussidi e agevolazioni previste per i meno abbienti, anticipo dell’assegno deciso per i veterani della Seconda guerra mondiale, aiuti alle famiglie con bambini, sostegno per i ricoverati in ospedale e per chi perderà il lavoro, sospensione di mutui e ipoteche per chi si trova in difficoltà, agevolazione dei crediti alle imprese, in particolare piccole e medie, perché possano proseguire l’attività e mantenere i posti di lavoro.

Infine il governo di Cremlino ha chiesto uno sforzo alle classi più agiate e ai ricchi in questo momento di difficoltà economica. In particolare, ha previsto tasse sui capitali all’estero e sulle rendite finanziarie. Così chi esporta i propri guadagni sotto forma di dividendi dovrà pagare una tassa del 15%. Verranno inoltre sottoposti a una tassazione del 13% – uguale a quella per le persone fisiche – gli interessi generati da conti bancari e investimenti finanziari superiori a un milione di rubli, pari oggi a 11.600 euro circa. «Non sono decisioni facili, ma vi prego di considerarle con comprensione», ha chiesto Putin.

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