coronavirus chiusi in casa senza cibo

Sarebbero tantissime le famiglie chiuse in casa durante l’emergenza coronavirus ma senza i soldi per la spesa. A Napoli se ne contano centinaia. Si tratta di persone che lavoravano a nero o sbarcavano il lunario ogni giorno. Sono i “sommersi” del virus, quelli che nessun sussidio statale e nessuna cassa integrazione tutela.

Coronavirus, chiusi in casa senza i soldi della spesa

Tra di loro si contano moltissime persone che non hanno i requisiti per accedere ai bonus previsti dal “Cura Italia” o alle altre forme di sostegno economico erogate dallo Stato e dalle autorità. Persone ad esempio che non beneficiano del reddito di cittadinanza perché con precedenti penali o perché non l’hanno mai chiesto, parcheggiatori abusivi, venditori ambulanti non autorizzati, immigrati. Un esercito di poveri che da un giorno all’altro si è ritrovato sprovvisto di qualsiasi forma di sostentamento economico e che, prima della crisi, si arrangiava ogni giorno raccogliendo i soldi necessari ad andare avanti. Al momento fanno leva sugli aiuti familiari o sul sostegno di qualche vicino di casa. La situazione, in alcuni quartieri, è allarmante.

Anziani soli: ad Afragola salvata una 83enne

Ci sono poi gli anziani, spesso soli, con i parenti che abitano lontano chilometri o fuori regione, e che non sono in grado di uscire e di procurarsi gli alimenti. Una situazione difficile che stanno vivendo in tanti in questi giorni a causa del Coronavirus. E’ il caso di una donna di Afragola, ultraottantenne, rimasta senza cibo e con pochi medicinali. Nei giorni scorsi ha ricevuto la telefonata del sindaco di Afragola, Claudio Grillo, che le ha offerto il suo aiuto. .Il primo cittadino appena venuto a conoscenza della situazione si è subito attivato, attraverso la polizia locale per rintracciare la donna e prestarle soccorso.

Sempre a Napoli, come mostra il video che abbiamo postato, ci sono anche casi di persone che vanno al supermercato, fanno la fila alla cassa e, quando viene il momento di pagare, dichiarano apertamente che non hanno soldi. A volte si affidano al buon cuore degli altri clienti, altre volte a quello dei responsabili dell’attività commerciale. Nei casi peggiori sopraggiungono le forze dell’ordine, che cercano sempre e comunque di mediare tra le parti in causa senza inasprire gli animi, ben consapevoli delle difficoltà economiche dettate dall’emergenza.

Gli altri casi in Italia

Non va meglio nel resto d’Italia. A Tolentino, in provincia di Macerata, un 60enne era isolato in casa ma era senza cibo. L’uomo, indigente, era senza cibo e non poteva neanche fare delle telefonate perché sprovvisto di telefono. Fortunatamente le sue condizioni di salute erano buone e non si è reso necessario l’intervento del 118. A fare la scoperta i Carabinieri della Compagnia di Tolentino guidati dal capitano Giacomo De Carlini. I militari dell’Arma hanno subito segnalato la situazione ai Servizi sociali del comune di Tolentino i quali hanno subito provveduto a effettuare un buono spesa per comprare cibo e beni di prima necessità per l’uomo. Sono stati gli stessi militari a ritirare, di persona, le buste delle spesa e consegnarle, la sera stessa, al 60enne. L’uomo è attualmente in carico ai Servizi sociali tolentinati.

Un 83enne di Sassuolo (Modena) è rimasto per giorni senza mangiare, impossibilitato a fare la spesa e senza parenti che lo potessero aiutare, nonché impaurito dalla possibilità di contagio da coronavirus. In preda alla disperazione, l’anziano ha chiamato i carabinieri, i quali hanno provveduto a recapitare il necessario presso la sua abitazione. In seguito i militari, constatato lo stato di indigenza dell’uomo, hanno allertato i servizi sociali.

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