reddito di cittadinanza pagamenti marzo

Reddito di cittadinanza pagamenti marzo. Con l’emergenza Coronavirus molti beneficiari hanno temuto uno stop sui pagamenti del mese di marzo, che ricordiamo, avverranno regolarmente entro la data prevista, il 27 marzo. A subire una battuta d’arresto, invece, è la cosiddetta “Fase 2”. Che pure è partita in forte ritardo e che ora è costretta a uno stop, questa volta per cause esterne legate al coronavirus.

Come anticipa Quifinanza.it, si fermano la partecipazione ai programmi di politica attiva e le convocazioni ai centri per l’impiego per i beneficiari del Reddito, che però continuano a ricevere l’assegno dell’Inps.

È quanto riporta una misura ad hoc contenuta nel decreto Cura Italia. Sospende per due mesi gli obblighi di lavoro a causa della limitazione degli spostamenti sul territorio decisa per contrastare la diffusione del virus.

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Reddito di cittadinanza, cosa dice il decreto

Ferma restando la fruizione dei benefici economici, considerata la situazione di emergenza sul territorio nazionale relativa al rischio di diffondersi del virus COVID-19 decretata per la durata di 6 mesi con delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020 e le misure adottate allo scopo di contrastare la diffusione del virus di cui ai DPCM emanati in data 8 e 9 marzo 2020, al fine di limitare gli spostamenti delle persone fisiche ai casi strettamente necessari, sono sospesi per due mesi dall’entrata in vigore del decreto Cura Italia medesimo:

  • gli obblighi connessi alla fruizione del reddito di cittadinanza, e i relativi termini ivi previsti;
  • le misure di condizionalità e i relativi termini comunque previsti per i percettori di NASPI e di DISCOLL;
  • gli adempimenti relativi agli obblighi di cui all’articolo 7 della legge 12 marzo 1999, n. 68;
  • le procedure di avviamento a selezione, nonché i termini per le convocazioni da parte dei centri per l’impiego per la partecipazione ad iniziative di orientamento.

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Riprendono a metà maggio le chiamate per il Patto di servizio

Per due mesi, a partire dall’entrata in vigore del Dl, viene meno il cosiddetto principio di “condizionalità”, che lega il godimento di un sussidio all’impegno e alla partecipazione da parte del beneficiario alle politiche attive del lavoro e all’accettazione di offerte di lavoro congrue. Slittano di due mesi anche i termini per la convocazione ai centri per l’impiego per la partecipazione ad iniziative di intervento per il Patto di servizio personalizzato.

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