Isernia coronavirus

Coronavirus Isernia. Resiste Isernia, isolata su un colle. Un baluardo il suo territorio contro l’invisibile, e implacabile, virus a corona. Su 101 province italiane, infatti, questa del Molise è l’unica che in un mese e mezzo di epidemia non risulta ancora intaccata dai contagi che risultano “0” al resoconto della Protezione civile del 16 marzo.

Coronavirus, ad Isernia nessun contagio

La città sannita, distesa su un colle e chiusa da mura romane – 22 mila abitanti – è protetta da una fitta cortina di boschi e di estese campagne a valle. La natura trionfa. Sarà per questo che Isernia è rimasta indenne? Eppure è sotto assedio, con cinque province limitrofe già “macchiate”: L’Aquila, Chieti, Caserta, Frosinone e Campobasso contano in tutto, finora, 124 “quarantene”. E non si sente ancora l’effetto dei rientri dalle regioni del Nord.

«Restiamo sereni e chiusi in casa», annuncia il sindaco Giacomo D’Apollonio nei suoi messaggi alla cittadinana su radio e tv locali, anche se è consapevole che fino a quando la curva dei contagi cresce in Italia, il rischio c’è anche nel bunker di Isernia. Ma intanto ci si da da fare, nel rispetto delle misure di contenimento stabilite dal governo.

In Comune funziona, come ai tempi del terremoto, un Centro operativo che garantisce i servizi essenziali: chi porta la spesa agli anziani, chi controlla i cittadini arrivati dal Nord che si sono autodenunciati. La polizia locale pattuglia le strade che vengono regolarmente pulite e sanificate. Mercati sospesi, negozi chiusi, come da decreto.

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Isernia, nessuno esce di casa

La piazza Celestino V, cuore della città, con l’antica Fontana Fraterna, è deserta, spettrale. Le vie con i sontuosi palazzi patrizi del centro, Davalos-Laurelli, Lellis-Pedrecca, Japodi, sono più silenziose del solito. Nei giorni scorsi, due casi con tosse e febbre, universitari rientrati da Milano, sono stati inviduati: tamponi positivi. Tracciati i loro percorsi, sono stati mandati per tempo all’ospedale Cardarelli di Campobasso.

Il noscomio di qui, si chiama Il Veneziale, è vuoto. Stanno tutti tappati in casa gli iserniani, obbediscono alle disposizioni del decreto, e allo stesso modo fanno i cittadini di Venafro, Agnone, Capracotta e della miriade di altri piccoli borghi – 52 in tutto, quasi 60mila abitanti – sparsi tra le montagne del Molise. Un miracolo, forse, questa lunga indennità. Uno splendido isolamento che è l’unica risposta efficace, ci dicono gli esperti, all’avanzare del morbo che sta cambiando la nostra vita.

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