ricercatrici sacco

Si chiamano Alessia Lai, Annalisa Bergna e Arianna Gabrieli. I loro nomi sono apparsi qualche giorno fa su tutti i quotidiani italiani, ma nessuno conosceva ancora il loro volto e le loro storie.

Coronavirus, chi sono le ricercatrici precarie del Sacco

Alessia, Annalisa e Arianna fanno, infatti, parte del team dell’Università Statale e dell’ospedale Sacco di Milano che, assieme al loro collega Maciej Tarkowski e al professor Gianguglielmo Zehender e sotto il coordinamento della dottoressa Claudia Balotta, hanno isolato il ceppo italiano del Coronavirus.

Alessia Lai, 40 anni, è originaria di Parabiago e lavora all’ospedale Sacco di Milano dal 2004. Arianna Gabrieli è invece originaria di Galatina, in provincia di Lecce, e ha 35 anni. Ha dovuto lasciare la sua terra per inseguire i suoi sogni. La più giovane del gruppo è la 29enne Annalisa Bergna, di Paderno Dugnano, in provincia di Milano.

Come scrive il Corriere della sera, ciò che accomuna le tre ricercatrici, oltre alla passione per la ricerca, è anche il fatto che tutte e tre sono precarie. Proprio come una dei ricercatori – poi assunta – dello Spallanzani, che assieme al suo team ha isolato il ceppo cinese del Covid-19.

Un successo il loro lavoro di ricerca

Le tre ricercatrici sperano che l’importante scoperta fatta assieme al resto del loro team possa servire per contrastare  l’epidemia in atto in Italia. “Lavorativamente parlando è un successo — spiega una delle tre scienziate al Corriere della Sera —, ma ora stiamo andando avanti. L’isolamento non basta, ci sono altre indagini da fare. In ricerca non c’è quasi mai l’arrivo del percorso”. Alessia, Annalisa e Arianna vedono questo successo come un punto di partenza per un intenso lavoro di ricerca e confidano in una stabilizzazione della loro carriera.

Per ora hanno ricevuto solo tanti ringraziamenti: “Grazie per questo importante risultato”, ha scritto in un tweet l’Università Statale di Milano, mentre il vice presidente della Regione Lombardia Fabrizio Sala aveva parlato di “una notizia positiva. È  importante anche per i test e quant’altro. Il mondo della ricerca sta lavorando 24 ore su 24”.

 

 

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