condanna omicidio boss marino

Ha patteggiato sei anni e otto mesi di carcere Pasquale Riccio, il pentito di camorra che prese parte all’assassinio del boss degli Scissionisti Gaetano Marino, avvenuto a Terracina nel 2012.

La sentenza

Come riporta Il Mattino, a emettere la sentenza la prima Corte d’assise d’appello capitolina. Il tribunale ha emanato la decisione in accoglimento di un concordato di pena tra procura generale e difesa.

In primo grado, nel novembre 2018, i giudici condannarono Riccio a 10 anni di reclusione dopo il processo col rito abbreviato che riconobbe l’attenuante della collaborazione con la giustizia. Dopodiché hanno riconosciuto al pentito le attenuanti generiche prevalenti sull’aggravante della premeditazione contestata.

L’assassinio di Gaetano Marino

I fatti risalgono al 23 agosto 2012. Il personale della Squadra mobile di Latina intervenne a Terracina dove, nei pressi di uno stabilimento balneare, dove le forze dell’ordine ritrovarono il corpo di un uomo freddato a colpi di pistola.

La vittima fu identificata in Gaetano Marino, fratello di Gennaro Marino, ritenuto elemento di spicco di un clan camorristico. All’epoca Gennaro era detenuto in carcere per associazione mafiosa e omicidio. E fu coinvolto in uno scontro violento all’interno dell’ala scissionista.

Le indagini

Le indagini sull’omicidio del boss delle Case Celesti portarono a una serie di arresti. Secondo l’accusa, Riccio ebbe l’incarico di attendere l’esecuzione dell’omicidio per ripulire l’abitazione utilizzata come base logistica e nascondere le armi. Scelse di essere giudicato col rito abbreviato e fu condannato a dieci anni di reclusione.

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