noemi

Napoli. Non hanno superpoteri, ne maschere, hanno dei semplici camici bianchi ed hanno lavorato incessantemente per oltre 20 giorni all’ospedale Santobono  per salvare la piccola Noemi. Sono i medici dell’ospedale infantile del quartiere Vomero, i medici che hanno operato e monitorato la piccola di 4 anni colpita da un proiettile vagante il 3 maggio in piazza Nazionale. A riportare la notizia è IL MATTINO.

Noemi arriva in ospedale in situazioni critiche. Ai medici viene detto che è stata colpita di striscio. In realtà la situazione è molto più grave. In pronto soccorso viene chiamato il primario Vincenzo Tipo che insieme ai suoi collaboratori ispeziona la bambina individuando un piccolo foro all’altezza dell’emitorace destro. Nelle ore successive il lavoro è svolto dai radiologi che attraverso la Tac evidenziano le fratture alla scapola destra, a una costola e a una vertebra. Il proiettile è ritenuto nel polmone sinistro, vicino alla pleura. Il primario della chirurgia Giovanni Gaglione prende la situazione tra le mani e insieme ai rianimatori decide di intervenire. Si teme che il proiettile possa aver leso qualche grosso vaso o toccato il cuore. Viene pertanto allertato il primario della Cardiochirurgia pediatrica del Monaldi Guido Oppido.

L’equipe della rianimazione diretta da Massimo Cardone, medici infermieri e operatori, sono impegnati al massimo. Noemi che è in sedazione profonda, intubata e con prognosi riservatissima. A preoccupare è il polmone sinistro mentre quello destro, pur traumatizzato dal proiettile, va discretamente bene. I bollettini medici si susseguono ogni 24 ore lasciando trasparire l’incertezza. Una città intera resta col fiato sospeso. C’è il rischio di infezioni per la presenza di frammenti di ossa e del vestitino conficcati nei polmoni.

Dal Cotugno viene consultato Carlo Tascini, primario al dipartimento di malattie infettive che ha specifica esperienza nell’uso degli antibiotici. Viene calibrata la terapia per fronteggiare un febbricola che poi andrà via. In conferenza stampa Gaglione, Cardone e il direttore del dipartimento di emergenza del Santobono Carmine Pecoraro sono molto cauti. Passano i giorni, il polmone sinistro non vuol saperne di rimettersi in moto. Dopo una Tac si decide di pulire le vie respiratorie con una broncoscopia eseguita dall’equipe del primario di pneumologia Fulvio Esposito. La situazione migliora, la bambina viene estubata. Per Noemi inizia la fase della riabilitazione ortopedica e respiratoria che impegna (e impegnerà) il team all’avanguardia di Maurizio Nespoli.

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