west nile morta rovigo

Una donna di 58 anni che aveva contratto il virus West Nile è morta in provincia di Rovigo. Lo riferisce l’Usl 5 Polesana. La paziente, che risiedeva a Trecenta, aveva contratto la malattia nei primi giorni di agosto, ed era già affetta da grave patologia che – spiega l’unità sanitaria – ha portato alla compromissione del sistema immunitario. Si tratta del settimo decesso registrato in Veneto da quando il virus è ricomparso quest’estate.

La donna, purtroppo, era affetta, di base, da grave patologia che  ha portato alla compromissione del sistema immunitario. Era residente a Trecenta. “L’Azienda Ulss 5 Polesana – prosegue la nota – è vicina al dolore della famiglia e porge le più sentite condoglianze”. La patologia West Nile, veicolata dalla zanzara, è purtroppo particolarmente pericolosa per coloro che già di base hanno problemi di salute e un quadro clinico in parte compromesso.

Approssimativamente circa l’80% delle infezioni da West Nile virus, nell’essere umano, decorrono a livello subclinico, ovvero non causano sintomi evidenti. Il periodo di incubazione è tipicamente compreso tra 2 e 15 giorni. Nel caso, invece, si verifichi una sintomatologia, questa è generalmente dominata dalla febbre, e da qui il nome di febbre del Nilo occidentale. Raramente oltre alla febbre possono comparire alcune gravi complicazioni neurologiche, quali meningite ed encefalite.

La modalità principale di trasmissione del virus del Nilo occidentale è rappresentata da diverse specie di zanzare, che sono il primo vettore. Tra queste, in particolare, riveste un ruolo primario il genere Culex. Ovviamente tutti i fattori che favoriscono la proliferazione delle zanzare, come ad esempio le piogge abbondanti, le irrigazioni dei terreni agricoli o condizioni climatiche con temperature alte, determinano un importante aumento del numero dei casi di contagio.

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