Area Nord. E’ di recente la notizia che la maxi-operazione Terra dei Fuochi iniziata con le indagini avviate nei primi mesi dell’anno 2014 dalla Polizia Locale di Casavatore Napoli Nord, diretta dal Comandante Colonnello Antonio Piricelli in prima persona, coordinate all’epoca dal Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Napoli Nord dott. Federico Bisceglia, con la collaborazione della sezione di PG della Procura del Corpo Forestale, durante la quale vi fu il sequestro di una fabbrica di circa duemila metri quadri, di quattro autoarticolati che trasportavano materiali ferrosi pericolosi su alcuni dei quali fu accertata la presenza anche di auto rottamate che  risultarono essere rubate o con fermi amministrativi, ha visto terminare la fase delle chiusura indagini.

Il trasporto dei materiali ferrosi pericolosi veniva riportato in modo non corrispondente alla verità sui Formulari Identificativi del Rifiuto (FIR) , di fatto il codice CER utilizzato era 160106 relativo ai veicoli fuori uso che non contengono né liquami né componenti pericolose. La conclusione delle indagini emessa dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord vede appunto undici persone indagate. I titolari della fabbrica sono indagati per i reati di concorso per porre in essere più azioni criminose, concorso formale in più azioni criminose, per aver effettuato attività di gestione di rifiuti , di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti in mancanza della prescritta autorizzazione , iscrizione o comunicazione , mentre i titolari delle ditte di trasporto per i reati di concorso per porre in essere più azioni criminose , concorso formale in più azioni criminose , per falsità ideologica, per trasporto di rifiuti senza il formulario ovvero per aver indicato nel formulario stesso dati incompleti o inesatti, per trasporto illecito.

Il prosieguo serrato delle attività di controllo del territorio in materia di “Terra dei Fuochi”  da parte della Polizia Locale diretta dal Comandante Colonnello Antonio Piricelli portò alla ispezione  di un’altra fabbrica di circa tremila metri quadri, all’interno della quale fu trovato un’ingente quantitativo di materiali ferrosi da codificare al fine di caratterizzarne la pericolosità ubicati in un’area allocata nei pressi di alcuni insediamenti abitativi. L’azienda fu posta sotto sequestro di polizia giudiziaria per lo scarico della acque reflue industriali che potevano contenere sostanze pericolose , pertanto non rispettando le normative vigenti in materia ai sensi del decreto legislativo n.152 del 2006 .

La conclusione delle indagini  ha visto il titolare della ditta indagato per l’ipotesi di reato di scarico di acque reflue industriali nel suolo , contenenti sostanze pericolose comprese nelle famiglie e nei gruppi di sostanze indicate nelle tabelle del decreto e senza osservare le prescrizioni dell’autorizzazione, o le altre prescrizioni dell’autorità competente.

 

 

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