Napoli. Alcuni aspiranti membri dell’Esercito avrebbero pagato per superare i test d’ingresso. Questi, secondo alcune intercettazioni telefoniche riportate da Il Mattino,  avrebbero anche elargito denaro indebitandosi, come dichiara, piangendo per la bocciatura al concorso per allievo maresciallo dei carabinieri, Alfonso B., mentre è a telefono ad un amico: “Un anno perso – dice – un anno perso ed ho dovuto anche accendere un finanziamento da 25mila euro” .

Le prime ipotesi sul giallo

Ci si chiede adesso a cosa sarebbero serviti quei soldi e perchè era necessario accendere un mutuo. La questione è stata presentata al Tribunale del Riesame, dove si discute sull’istanza di dissequestro di alcuni ufficiali, raggiunti precedentemente da decreti di perquisizione e sequestro. Di maggior rilievo sono le indagini su alcune scuole di formazione per i concorsi banditi nell’esercito e nei ranghi per posti in altre forze dell’ordine. Dall’inchiesta coordinata dal pool risultano innocenti Alfonso D’Avino e Stefania Buda, ma le intercettazioni della Tributaria agli ordini del comandante Giovanni Salerno sono ancora molte.

Intercettata un’informazione chiave

Durante la telefonata, inoltre, Alfonso fornisce alla procura un’informazione fondamentale dicendo all’amico: ” Ora mio zio lo chiamerà, eppure lui fino a stamattina diceva tranquillo, tranquillo, che è tutto a posto. Fortuna che non gli ho dato i soldi” , frase che fa pensare a possibili corruzioni o millantato credito. In questo caso, l’attenzione dei procuratori si concentra sul concorso per allievi marescialli bandito lo scorso settembre. Il caso, però, ha vari punti sui quali indagare.

Le figure di spicco dell’inchiesta

Gran parte dell’inchiesta ruota intorno al generale Luigi Masiello, molto attivo in alcune scuole di formazione e nella zona Napoli-Roma, come emerge da alcune strane intercettazioni nelle quali il generale sembra utilizzare messaggi in codice. Alcuni membri della Tributaria, su di lui, sembrano non avere alcun dubbio e dichiarano: “E’ in grado di procurarsi certificati medici di comodo, buoni per proporre ricorsi per conto di discenti, favorendo il buon esito delle valutazioni; ad interessarsi del trasferimento presso le sedi maggiormente ambite nell’esercito, forze armate e forze di polizia: a gestire di fatto una serie di strutture dove istruisce i partecipanti ai concorsi. Il generale è difeso dall’avvocato Mozi, Mosiello avrà modo di dimostrare le proprie ragioni durante le indagini.

Gli indagati, oltre a lui, sono una quindicina, tra questi altri ufficiali in pensione, un esponente della Guardia di Finanza e alcuni dipendenti dell’esercito.

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