E puntuale arriva la stangata dall’Europa a causa della cattiva gestione del comparto rifiuti in Campania. 20 milioni di euro con una penalità di 120 mila euro al giorno per il ritardo nell’attuazione della direttiva della commissione europea.

 

In particolare la penalità giornaliera è suddivisa in tre parti, ciascuna di un importo giornaliero di 40mila euro, calcolate per categoria di impianti: discariche, termovalorizzatori e impianti di trattamento dei rifiuti organici.

 

La multa è scaturita dall’inesatta applicazione della direttiva europea rifiuti in Campania. La condanna arriva dalla Corte di giustizia europea. La Corte aveva già constatato una prima volta l’inadempimento dell’Italia in una sentenza del 2010, quando indicò che le autorità non avevano rispettato i loro obblighi di legge. Infatti, non avevano adottato per la regione Campania tutte le misure necessarie per assicurare che i rifiuti fossero recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza recare pregiudizio all’ambiente e non avendo creato una rete adeguata ed integrata di impianti di smaltimento.

 

Nell’ambito del controllo dell’esecuzione della sentenza, la Commissione di Bruxelles ha concluso che l’Italia non ne ha garantito un’attuazione corretta, con “carenze strutturali” in termini di impianti di smaltimento dei rifiuti e accumulo di “una grande quantità di rifiuti storici, le ‘ecoballe‘, che deve ancora essere smaltita, il che richiederà verosimilmente un periodo di circa quindici anni”.

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