Questo che vedete evidenziato di rosso è uno dei terreni inquinati su cui non è più possibile coltivare. Siamo nei pressi della zona Asi di Giugliano, dove prima era stanziato un campo rom. Questo appezzamento di terra secondo le nuove analisi effettuate dall’Arpac è così inquinato che è assolutamente vietata la coltivazione. L’area rientra nel decreto dei tre ministeri che hanno interdetto alla coltivazione 15 ettari di terreno in 57 comuni. Secondo la legenda fornita dall’agenzia regionale per la protezione ambientale in questi 3mila metri quadri c’è la presenza di rifiuti interrati.

GIA’ INTERDETTI – Queste che invece vedete cerchiate di viola sono aree già analizzate dal commissario straordinario alle bonifiche Mario De Biase, e alcune di queste già interdette alla coltivazione mesi fa. E siamo nelle aree adiacenti Taverna del Re e la Resit.

NON INQUINATI – Quelle racchiuse nei riquadri verdi sono invece le uniche aree analizzate idonee alla coltivazione si legge di prugne. Dunque non inquinate.

TERRENI ANALIZZATI – A Giugliano sono stati analizzati 34.998 metri quadri di terreni di cui il 90% risultano idonei alla coltivazione e il 9,1% rientrano nella classe D, cioè inquinati e su cui non è possibile coltivare. A questo 9% però bisogna aggiungere quei terreni già analizzati e interdetti da De Biase.

CLASSE D- Oltre Giugliano, dei terreni analizzati nei 57 comuni quelli con classe di rischio 4 e 5 sono nelle città di Acerra con il 79% di terreni inquinati, Caivano il 70,3%, Succivo il 73% Villa Literno, Castelvolturno, Nola con lo 0%.

continua a leggere su Teleclubitalia.it
resta sempre aggiornato con il nostro canale WhatsApp
Banner tv77 Finearticolo