La legge della camorra non perdona. Era accusa di aver violentato un bambino Chafai Abdelmadij, il tunisino ucciso e getto in una discarica. Oggi è arrivata la svolta nelle indagini per il delitto del presunto pedofilo avvenuto nel 2015. L’Antimafia di Napoli ha emesso infatti un’ordinanza di custodia cautelare, eseguita dai poliziotti della Squadra Mobile, nei confronti di Salvatore Sembianza (in foto), già detenuto per altro. L’uomo è accusato di omicidio, porto e detenzione di arma da fuoco, distruzione e soppressione di cadavere. Il delitto sarebbe stato commesso con un rappresentante del clan Mazzarella, diventato collaboratore di giustizia. Adesso con le sue dichiarazioni è stata consolidata l’attività investigativa.

Ricostruiti dinamica, movente e le modalità esecutive: il presunto pedofilo fu attirato in una trappola in una casa di Poggioreale, ucciso con due colpi di pistola alla tempia, messo in una busta e poi bruciato ed abbandonato in un discarica di San Pietro a Patierno. Oramai – come riporta Il Corriere del Mezzogiorno – era diventata convinzione popolare, basata anche sul racconto fatto da un minore ai genitori, che il tunisino Abdelmadij Chafai avesse violentato un ragazzino. Quella voce aveva fatto il giro del quartiere, arrivando anche alle staffette della camorra, che sono state leste nell’avvertire il clan egemone della zona: i Mazzarella. La sentenza di morte per il tunisino fu emessa nel giro di poche ore dai boss.

 

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