Giudicato colpevole di cinque casi di abusi su bambini e condannato in carcere. Probabilmnte questo ha spinto don Eduardo Lorenzo, 59 anni, a rivolgere la pistola contro la tempia, mettendo fine alla propria esistenza.
A confermara la notizia è l’arcivescovo di La Plata, Victor Manuel Fernández. Eduardo Lorenzo è stato cappellano del servizio penitenziario di Buenos Aires per 14 anni, dove organizzava gruppi di giovani con i boy scout, fu pastore di diverse chiese di Gonnet, Berisso e Olmos.
Gli abusi sessuali sui bimbi della parrocchia risalgono a dieci anni fa. Nel 2008 già era stato denunciato per abuso sessuale, ma la causa non aveva portato a condanne. Ieri la procuratrice Ana Medina aveva chiesto l’arresto del prete. La giudice Marcela Garmendia ha presentato la richiesta e ha respinto la richiesta di esenzione dal carcere presentata dall’avvocato dell’imputato. Il sacerdote era ancora libero e la decisione della Camera di appello era attesa a momenti.
Il primo caso
Il primo caso contro di lui – racconta oggi La Nacion – fu avviato da un ex ufficiale di polizia di nome Julio César Frutos. Il 20 agosto 2008, la vittima, il suo figlioccio Leon, era minorenne. A quel tempo Leon dichiarò di aver subito abusi sessuali da parte del prete Lorenzo. Ma il suo caso fu quasi fermato. L’avvocato Juan Pablo Gallego ha preso il caso e ha chiesto al procuratore generale di La Plata, Héctor Vogliolo, di riaprirlo.
Il 9 maggio 2019, Gallego accompagnò León, che tornò per testimoniare. Da quel giorno, Leon non voleva più nascondersi dietro un nome fittizio. Diego Pérez, questo è il suo nome, ha parlato ed è così che legge: “Mi diceva ‘sei un uomo di colore’, quindi devi farlo. Mi ha spinto, mi ha portato nella sua stanza per oltraggiarmi e fare sesso con me. Alla fine ero alcolizzato e di nuovo sottomesso sessualmente”.
Altre vittime
Bartoli aveva 13 anni quando andò nel gruppo scout guidato dal sacerdote Lorenzo: “Ogni venerdì, per due anni, c’erano cene nel suo appartamento. Eravamo io e i leader scout. Le riunioni furono fissate con la scusa di pianificare le attività del sabato. Quando hanno finito sono rimasto lì e ha fatto il suo rituale: fare il bagno, radersi, profumare e indossare il pigiama. Poi mi ha detto di aiutarlo a dormire. Baciarlo, abbracciarlo” , ha detto Julian con le lacrime agli occhi durante la conferenza stampa del luglio 2019 dopo aver testimoniato davanti al pubblico ministero.
Gustavo (nome fittizio) leggeva sul giornale ciò che Bartoli aveva detto ed era scioccato. Gustavo ha 44 anni e vive a La Plata. Incontrò Lorenzo quando faceva parte del gruppo scout appartenente alla chiesa Rosa Mística, nella capitale di Buenos Aires quando aveva 16 anni: “Un giorno mi chiama a casa mia e mi invita a cena fuori. […] Quella notte ad Almendra abbiamo bevuto molto whisky. Siamo tornati nella parrocchia di Olmos, ancora una volta mi ha chiesto i massaggi e non mi sentivo molto bene. Ma ho fatto i massaggi e ha sempre cercato la stessa posizione, e questa volta ha iniziato a fare i movimenti in modo molto esagerato. Poi sono sceso, si è alzato e ha ripetuto che tutto andava bene, che era molto contento dell’amicizia che avevamo, che non c’era niente di sbagliato. Ma ho insistito per andarmene, e lì mi ha abbracciato e ha cercato di baciarmi sulla bocca. Gli ho detto che era un figlio di p…”.
La difesa di Lorenzo
“Sono innocente. Non sono un pedofilo, non ho commesso alcun atto indegno del mio essere sacerdote. Ho difetti come tutti gli altri, ma non perversioni, che io condanno e condanno sempre. Sono stato demolito, sono in un momento spaventoso della mia vita” ha detto Lorenzo una settimana fa al consulto prima di sapere che lo avrebbero fermato. A metà luglio, l’arcivescovo di La Plata, monsignor Víctor “Tucho” Fernández, gli proibì di stare da solo con i minori, come “precauzione”. Tre mesi dopo, Lorenzo ha inviato una lettera all’arcivescovo chiedendo una licenza come pastore nell’Immacolata Madre di Dio, Gonnet, per “motivi di salute” e l’ordine è stato accettato.
Lo scorso dicembre l’ufficio forense della provincia di Buenos Aires ha reso noti i risultati della perizia psicologica. A quanto pare il sacerdote presenta una “personalità con caratteristiche di manipolazione, ed egocentrismo oltre a una complessa organizzazione psichica, presentazione ossessiva di un’immagine grandiloquente di se stesso, che nasconde una struttura psicopatica perversa avendo bisogno di altri per idolatrarlo ed esaltare l’autostima”.