clan ferrara cacciapuoti racket

Si avvaleva di una fitta rete di estorsori specializzati nell’imporre il racket alle attività imprenditoriali e ai commercianti del territorio. Non si muoveva foglia e non si apriva negozio senza che venisse versato un “contributo” al clan Ferrara-Cacciapuoti. Nella rete finivano palestre, agenzie di scommesse e persino una ditta produttrice di lastre di marmo per i defunti del cimitero di Villaricca.

Racket a Villaricca, 70 euro a slot machine

Nel mirino di Luigi Montella, alias Tubbetiello, e Luigi Cacciapuoti, alias Gigginiello, c’erano, come documenta l’ordinanza cautelare della Procura di Napoli, una nota agenzia di scommesse di via Campana. Doveva versare 1500 euro mensilmente e 70 euro al mese per ogni slot machine installata nei locali commerciali. La vittima non aveva scelte: in caso di rifiuto, doveva “chiudere la serranda”. Grazie però alla parentela che il titolare aveva con un affiliato del cosca, il proprietario dell’agenzia poteva “usufruire” di uno sconto: 1000 euro al mese anziché 1500 e 60 per ogni slot.

Le palestre

Bersaglio delle attività estorsive anche una nota palestra di via della Libertà nel 2012. L’emissario della cosca questa volta era Vincenzo Ciccarelli, detto “Enzo ‘o Mucione”. Da versare nelle casse del clan 1500 euro a Natale, 1500 a Pasqua e 1500 a Ferragosto.

Quattro anni dopo, nel 2016, un’altra palestra entra nelle attenzioni della cosca. Questa, però, uno dei gestori viene pestato su ordine di Giovanni Mauriello. Ordine: versare 100 euro, di cui metà nelle mani di Giuseppe Mauriello (alias Peppe ‘a sciord) e Antonio Montella alias ‘o Piccirill, l’altra metà a Gennaro Palladino, alias ‘o Nonno.

Ditta edile e gadget natalizi

La rete criminale degli estorsori si allungava su ogni attività, persino sulle attività edili che si trovavano sul confine con Giugliano. A via Marchesella, nel 2015, sono due fratelli a finire sotto il torchio della cosca villaricchese. 1500 euro in contanti per fare un “regalo” e non “mancare di rispetto” a Filippo Cacciapuoti (fratello del capoclan) e Giuseppe Cacciapuoti. Un altro commerciante, invece, nel 2015, fu costretto ad acquistare gadget natalizi, calendari e penne per la somma di 900 euro, ad un prezzo ben al di sopra di quello di mercato, conseguendo così un ingiusto profitto mascherato da semplice vendita “di piacere”.

100 euro a morto

Eclatante, infine, il pizzo imposto sui defunti. Ad agire nei confronti di una ditta specializzata nella fabbricazione di lastre di marmo Giovanni Mauriello e Giuseppe Mauriello (classe ’66), alias Peppe ‘a sciord. La coppia di estorsori, stando all’ordinanza, nel 2017 avrebbe imposto il versamento nelle casse del clan di una somma di 100 euro per ogni salma sepolta e di 5 euro per ogni fotografia apposta sulle lapidi.

Gli interrogatori di garanzia

Nella giornata di domani, 6 giugno, si celebreranno gli interrogatori di garanzia di alcuni dei 19 arrestati nel blitz di questa mattina. L’interrogatorio si terrà presso il carcere di Poggioreale. Nel collegio difensivo, tra gli altri, gli avvocati Marco Sepe e Luigi Poziello del Foro di Napoli Nord.

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