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Sono 19 gli arresti messi a segno all’alba di oggi dalle forze dell’ordine a Villaricca. Sedici milioni il valore dei beni sequestrati. Ad essere colpito il clan Ferrara-Cacciapuoti, tra le cosche egemoni dell’area nord di Napoli.

Villaricca, blitz all’alba: 19 arresti e sequestro da 16 milioni

Le 19 persone destinatarie dell’ordinanza cautelare eseguite dalle forze dell’ordine – di cui tre in carcere – sono tutte gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, violazioni alla normativa sulle armi e sugli stupefacenti e tentato omicidio. L’operazione è stata eseguita all’alba di oggi dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli, dai militari di Castello di Cisterna e dai Finanzieri del Gruppo di Giugliano. A richiedere il provvedimento è la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.

Le indagini hanno permesso agli investigatori di ricostruire la struttura del clan, stabilmente articolato in due distinti gruppi: uno facente capo alla famiglia Ferrara e l’altro a quella Cacciapuoti, identificandone vertici – tutti raggiunti dal provvedimento restrittivo – e parte degli affiliati. L’organico del clan, per come è emerso dall’attività investigativa, è formato da almeno 50 persone, alle quali in caso di detenzione spetterebbe “stipendio” e copertura delle spese legali.

Imprenditoria e pizzo

Sono tanti i dettagli che emergono dall’ordinanza eseguita dai carabinieri. La camorra aveva imposto il divieto di spaccio a Villaricca per evitare che le forze dell’ordine potessero rivolgere la loro attenzione sul territorio. Nonostante la misura adottata dai clan Ferrara-Cacciapuoti, gli affari nella città a Nord di Napoli andavano a gonfie vele grazie al controllo che le cosche esercitavano sui settori dell’edilizia, della ristorazione, degli idrocarburi e della commercializzazione di generi alimentari.

Le casse del cosca criminale si arricchivano non solo grazie investimenti di tipo imprenditoriali, ma anche attraverso il pizzo imposto ai commercianti locali. Gli investigatori avrebbero infatti ricostruito nove episodi. Le vittime sarebbero imprenditori operanti nel settore dell’edilizia, titolari di palestre e di sale giochi (in quest’ultimo caso, il titolare era tenuto a corrispondere € 70 per ciascun apparato presente in sala), costretti a versare somme da 1.500 a 5.000 euro al mese.

Gli inquirenti hanno inoltre riscontrato il coinvolgimento dei vertici dei Ferrara-Cacciapuoti nella latitanza di Eduardo Contini, capo dell’omonimo clan che, unitamente ai Licciardi e Mallardo, rientra nel cartello camorristico “Alleanza di Secondigliano”. Infine, sono stati acquisiti elementi relativi al tentato omicidio commesso da esponente del gruppo Mauriello, articolazione legata ai Ferrara, ai danni di un esponente dei Cacciapuoti.

Sequestri

Eseguito anche un decreto di sequestro preventivo, emesso in via d’urgenza, di 11 società operanti nel settore immobiliare, edile, degli idrocarburi, della caffetteria e della ristorazione nonché della vendita di generi alimentari per un volume annuo di affari di circa 16 milioni di euro.

I nomi degli indagati

A finire in carcere Giuseppe Cacciapuoti (classe ’61), Domenico Cacciapuoti (classe ’90), Mimmo Cacciapuoti detto “Maradona” (classe ’85), Filippo Cacciapuoti (classe ’70), Luigi Cacciapuoti (classe ’66), Vincenzo Ciccarelli (classe ’70), Vincenzo D’Anania (classe ’54), Giulio D’Altrui (classe ’72), Domenico Ferrara (classe ’57), Francesco Ferrara (classe ’66), Giuseppe Maglione (classe ’59), Eduardo Mauriello (classe ’63), Giovanni Mauriello (classe ’59), Giuseppe Mauriello (classe ’66), Antonio Montella (classe ’73), Luigi Montella (classe ’71), Domenico Paragliola (classe ’71) e Francesco Sarracino (classe ’66). Ai domiciliari Gennaro Palladino (classe ’51).

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