Befacc4d A378 47e7 9aab B9d43acbde01

È stata una settimana fantastica durante la quale in tanti abbiamo dimenticato affanni e problemi per parlare di musica, e questa è la prima buona notizia.

Un Sanremo che non dimenticheremo facilmente: con i suoi pro e i suoi contro

La seconda buona notizia è che si è vista la periferia e si è constatato che la periferia produce grandi talenti. Non solo Geolier, ma anche altri giovani delle “Zone Nord”.

La terza: si è vista Napoli nella sua carnalità, in quella solidarietà tipica dal basso che solo alle pendici del Vesuvio è capace di rendere sensato il concetto di fratellanza. Insieme siamo capaci di tutto; dovremmo ricordarlo più spesso.

La quarta (ed è forse la più importante): è nata una stella. Emanuele Palumbo, in arte Geolier, rapper del rione Gescal di Secondigliano, ha dimostrato a tutti di essere un grande artista, attraverso le sue dichiarazioni e con una maturità da fare scuola. La grandezza non si misura in come parli, in quale lingua o dialetto, ma in cosa dici.

Poi, però, ci sono anche le cattive notizie. Abbiamo visto di nuovo il razzismo nei confronti dei napoletani da parte di certa stampa e di certi personaggi; abbiamo assistito al festival dei soliti luoghi comuni contro i partenopei.

Abbiamo purtroppo avuto quel rigurgito di “Forza Napoli, sempre e comunque”, che ci rende molto provinciali. Si sono rivisti i perbenismi della Napoli dei ricchi: hanno storto il naso ascoltando Geolier, trincerandosi dietro un “Non lo capisco”.

Tutti sintomi di una napoletanità decadente che troppo spesso viene eretta a mito da esibire o, peggio ancora, a peccato originale.

La cosa più sensata in questi giorni l’ha twittata Viola Ardone, la professoressa scrittrice che insegna a Giugliano: “Geolier è un italiano vero”, anche se sogna in napoletano, aggiungo io.

continua a leggere su Teleclubitalia.it
resta sempre aggiornato con il nostro canale WhatsApp