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Torturata e uccisa perché ex di un rivale: trent’anni di reclusione per gli assassini di Gelsomina Verde

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Trent’anni di reclusione. È questa la pena inflitta dal Tribunale, al termine del rito abbreviato, a Luigi De Lucia e Pasquale Rinaldi, noto come ’o Vichingo. I due uomini erano stati arrestati il 27 luglio 2023 con l’accusa di essere tra gli esecutori materiali dell’omicidio di Gelsomina Verde, la giovane di 21 anni uccisa nel 2004 durante la prima sanguinosa faida di Scampia.

Scampia, omicidio Gelsomina Verde: trent’anni di reclusione per gli assassini della ragazza

 

Gelsomina, all’epoca dei fatti, era ritenuta dagli uomini del clan Di Lauro in possesso di informazioni sul nascondiglio del suo ex fidanzato, affiliato al gruppo rivale degli Scissionisti. Questo sospetto si rivelò fatale: la giovane venne sequestrata, interrogata e poi brutalmente assassinata.

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Secondo la ricostruzione degli inquirenti, tre persone parteciparono al sequestro. Una si sedette accanto alla ragazza nella sua auto, mentre le altre due – identificati come Luigi De Lucia e Pasquale Rinaldi – seguirono la vettura. Gelsomina fu poi condotta in una zona isolata, dove venne uccisa a colpi di pistola da Ugo De Lucia, cugino di Luigi, già condannato in precedenza per il delitto.

Durante il processo, momenti di forte tensione si sono registrati in aula. Anna Lucarelli, madre della vittima, presente con l’altro figlio Francesco, ha reagito con rabbia alla vista degli imputati, collegati in videoconferenza, e ha dovuto essere accompagnata fuori dall’aula. Una vicenda che, a vent’anni di distanza, continua a rappresentare una delle ferite più profonde nella memoria della città, simbolo della violenza cieca generata dalle guerre di camorra.

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