È un racconto dell’orrore quello che emerge dall’inchiesta relativa allo stupro avvenuto ai danni di due cuginette, entrambe tredicenni, nel “Parco Verde” di Caivano. I ragazzi coinvolti, dei quali solo uno maggiorenne, potrebbero passare da sei a quindici.  E non è tutto: tra i componenti del branco ci sarebbero anche due figli di esponenti della camorra.

Stupro al Parco Verde di Caivano: nel branco i figli di alcuni boss, abusi durati mesi

Secondo gli inquirenti, le due minori venivano portate in un luogo isolato a poca distanza dal Parco Verde: qui, da mesi, si sarebbero consumate le violenze di gruppo, filmate anche con i cellulari. Il fratello di una delle due cuginette avrebbe poi ricevuto un messaggio sui social in cui qualcuno lo avrebbe informato delle violenze avvenute nel capannone abbandonato.

Da lì sarebbe scattata la denuncia ai carabinieri di Caivano e successivamente l’informativa è stata trasmessa alla procura minorile napoletana. Le vittime, ascoltate in audizione protetta, con anche il supporto di assistenti sociali e psicologici, hanno confermato di essere state abusate e picchiate dal branco. Pare, inoltre, che gli abusi sarebbero iniziati due o tre mesi prima dei fatti di luglio.

Tra i componenti del branco ci sarebbero anche i figli di due esponenti di spicco della camorra locale. Al momento è stato fermato solo un 19enne, che ora si trova ristretto nel carcere di Poggioreale. Gli altri membri del gruppo invece sono tutti minorenni, forse coetanei delle vittime, e quindi non imputabili. A tutti gli indagati sono stati sequestrati i cellulari e sono in corso accertamenti sui tabulati telefonici.

Vittime in una casa famiglia

Per le due cuginette è stato disposto il trasferimento in una casa famiglia. Misura che la procura ha ritenuto necessaria a fronte di “una situazione di emergenza” e specificando che l’allontanamento è stato deciso per “mettere in sicurezza le minori”. “Lo stile di vita delle minori – per i pm – è senz’altro frutto della grave incuria dei genitori che con ogni evidenza hanno omesso di esercitare sulle figlie il necessario controllo esponendole ai pericoli”.

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