Le ha stuprate, barbaramente uccise, poi fatte a pezzi, date in pasto ai cani e infine ha seppellito i resti in una foresta. Per questi due omicidi, che all’epoca destarono scalpore, Alexander Maslennikov, 32 anni, è stato ora condannato a 23 anni di carcere: 10 da trascorrere in prigione, i rimanenti in una speciale colonia penale. La sentenza ha fatto storcere il naso a molte persone, in primo luogo ai parenti delle vittime che protestano parlando di una pena eccessivamente mite.

“Gente come lui – dice il fratello di una delle vittime – non dovrebbe essere più ammessa a far parte della società civile, una condanna a 23 anni è ridicola. Lo conoscevo fin dai tempi della scuola, nella sua vita ha commesso un crimine peggio dell’altro, mi chiedo per quale motivo, dopo gli stupri che aveva messo a segno in passato, lo avessero rilasciato. Se avessero buttato via la chiave mia sorella e la sua amica sarebbero ancora vive”.

Alexander è noto per essere uno stupratore seriale: commise una serie di violenze sessuali per le quali aveva trascorso complessivamente 11 anni in prigione. Quando quella tragica sera di due anni fa incontrò nel karaoke bar le due ragazze erano passati appena 5 mesi dalla sua ultima scarcerazione: ma loro non lo sapevano. Due chiacchiere, quattro risate, e alla fine Daria Labutina, 29 anni, e Olga Shaposhnikova, 28, accettarono il suo invito a mangiare una pizza insieme a casa sua.

Con una scusa Alexander seguì Daria in bagno e lì la violentò e la uccise tagliandole la gola e accoltellandola varie volte. Poi tornò da Olga, ignara di tutto, e cominciò a cenare con lei tentando di baciarla, ma lei si rifiutò. Subito dopo la ragazza si tagliò leggermente mentre tagliava la pizza e andò a lavarsi la ferita in bagno, scoprendo il cadavere dell’amica. Non ebbe neanche il tempo di riprendersi dallo choc che Alexander l’aveva già legata e imbavagliata. Poi lo stupro e infine il secondo omicidio. E come se tutto quell’orrore non bastasse, smembrò i corpi delle ragazze con un’ascia e un tritacarne, le dette in pasto ai cani, quel che restava lo seppellì in un bosco.

Smascherato anche grazie alle telecamere di sicurezza che lo avevano inquadrato mentre entrava in casa con le ragazze e successivamente lo avevano ripreso mentre usciva da solo con delle borse sportive, Alexander venne rapidamente arrestato. In tribunale ha chiesto “misericordia” ai giudici dichiarandosi profondamente pentito ed esprimendo le proprie condoglianze alle famiglie delle ragazze che aveva massacrato. Le stesse parole che aveva usato in passato ogni volta che era stato processato e condannato.

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