Per compensare le ulteriori perdite dei tanti bar, ristoranti ed altre attività commerciali costrette a chiudere a Natale e negli altri giorni festivi, il Governo ha deciso di destinare un contributo a fondo perduto uguale a quello ricevuto in estate sulla base del decreto Rilancio.

Stretta di Natale, attività commerciali chiuse: a chi spettano i ristori

Come sottolineato dal premier Giuseppe Conte, il provvedimento prevede 645 milioni per gli esercizi costretti a chiudere dal 24 dicembre al 7 gennaio, decisione che ribalta quanto previsto dal dpcm del 3 dicembre in base al quale nei giorni di Natale, Capodanno e Santo Stefano i ristoranti avrebbero potuto aprire a pranzo.

In particolare 455 milioni sono disponibili di qui a fine anno e altri 190 per il 2021. La tabella con i codici Ateco dei destinatari del contributo comprende ristoranti, agriturismi, gelaterie, pasticcerie, catering, mense e ristorazione su treni e navi.

Compreso anche chi fa solo asporto. Esclusi gli hotel, con Federalberghi che parla di “schiaffo finale” e commenta le nuove restrizioni definendole “beffa clamorosa per quegli imprenditori che si erano fatti in quattro per mantenere gli alberghi aperti nonostante il divieto di spostarsi da una regione all’altra, gli impianti di risalita fermi, le terme chiuse, l’obbligo di cenone in camera e mille altre regole astruse”.

Anche questa volta a versare i soldi sul conto corrente sarà l’Agenzia delle entrate. Il decreto stabilisce che i soldi andranno solo agli esercizi che hanno “già beneficiato del contributo a fondo perduto”. Si tratta quindi del 20% della differenza di fatturato tra aprile 2020 e aprile 2019 per chi avesse avuto ricavi 2019 sotto i 400mila euro, del 15% della differenza in caso di ricavi tra 400mila euro e 1 milione e al 10% con ricavi tra 1 e 5 milioni. In ogni caso il contributo massimo sarà di 150mila euro.

 

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