La conseguenza del caro-energia ha provocato un aumento del costo delle materie prime e della produzione. L’impennata dei pezzi sta colpendo nelle ultime settimane beni di prima necessità come pane, pasta, pesce, frutta e verdura.

Stangata sulla spesa, aumentano i prezzi di pasta, pesce e verdura: tutti i rincari

Oggii un chilo di pasta che a settembre costava 1,10 euro presso la grande distribuzione oggi viene proposto a 1,40 euro e per fine gennaio si stima che il prezzo possa arrivare a 1,52 euro(+38%).

Riccardo Felicetti di Union-Food Confindustria ha spiegato che a causare principalmente l’impennata dei prezzi della pasta è l’aumento del costo del grano duro sui mercati internazionali, dovuti anche alla siccità dei raccolti in Canada e negli Stati Uniti, e dalla diminuzione dell’export russo. A ciò va aggiunto anche il caro luce e gas.

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“Il grano duro italiano è pagato agli agricoltori nazionali meno di quello proveniente dall’estero che pesa per il 40% sulla produzione di pasta. – afferma Coldiretti – La produzione importata in Italia, soprattutto dal Canada, è ottenuta peraltro con l’uso del diserbante chimico Glifosato in preraccolta, vietato in Italia”.

Stesso discorso per il pane e per i prodotti da forno. Le farine, ad esempio, hanno subito un aumento del 38%. La crescita dei prezzi è stata riscontrata ovunque: si va dai 4,25 euro al chilo di Milano fino ai 4,68 euro di Bologna. “Ogni panificio decide se aumentare o meno i prezzi. Finora noi abbiamo tenuto il prezzo fermo attorno a 4,40 euro al chilo, ma gli aumenti dei costi non sono più sostenibili”, ha dichiarato Benvenuto Pagnani, vicepresidente di Assopanificatori- Confesercenti, come riportato da La Nazione.

A subire degli aumenti sono anche altri beni al consumo come pesce, carne e verdure. Secondo i dati Ismea, già nel 2021, il prezzo del pesce fresco è salito del 19,6%, mentre quello del prodotto ittico surgelato del 17,7%. Aumenti si sono registrati anche per il pesce affumicato, salito del 10,6%. Quanto alle verdure, i prezzi sono cresciuti del 3,6%. Così come per la carne, le uova ed il latte.

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